Ciao, mi chiamo Marta. Per hobby dipingo la ceramica e decoro oggetti con la tecnica del decoupage.Nel mio blog si parla quindi di ceramica e di decoupage ma anche di libri, cinema, musica e.....di molto altro
Su Wikipedia, l'enciclopedia libera, troviamo scritto:
Cremona (Cremùna in cremonese) è un comune della Lombardia, capoluogo dell'omonima provincia. È scherzosamente nota come la "città delle tre T", ossia turòon, Turàs, tetàs (torrone, Torrazzo, tettone).
un saluto daMarta
Le ceramiche, il decoupage ed il collezionismo di Marta puoi trovarli QUI
NAPOLI
24 VEDUTE
SOUVENIR DELLA CITTA'
DEPLIAN FOTOGRAFICO A FISARMONICA CON ILLUSTRAZIONI RELATIVE AI VARI MONUMENTI E DIDASCALIE SOTTO ALLE IMMAGINI.
Napoli in tutte le lingue - Naples is colled this way...
Napoli, come viene detta in altre lingue? Di seguito ne diamo le varie denominazioni:
What’s the Napoli’s name in main linguages? Here they are :
“Napolo in Esperanto, Nàpols in Catalan, Nápoly in Hungarian , Napori ナポリ in Japanese, Napulj in Croatian, Napulj Напуљ in Serbian, Ne’apol ﻧﯧﺌﺎﭘﻮﻝ inUyghur, Neapal’ Неапаль in Belarussian, Neapel inGerman e Swedish, Neapelj in Slovenian, Neapol in Czech e Polish , Neapol’ Неаполь in Russian e Ukrainian, Neapole in Latvian, Neápolē Νεάπολη in Greek , Neapoli ნეაპოლი in Georgian, Neapolis in Latino e Lithuanian , Naapoli in Estonian , Nabulesi 那不勒斯 in Chinese, Nābūlī نابولي / نابولى in Arabo, Napali Напалі in Belarussian, Napels inDutch (olandese), Nāpl ناپل inPersian,Naples in English e French, Napli in Maltese , Nápoles in Portuguese e Spanish, Nápolés in Tagalog , Napolí in Icelandic (Islanda), Nāpōlī נאפולי in Hebrew , Nāpōlī นาโปลี inThai, Napolli 나폴리 in Korean, ed infine Napule in napoletano.
Egitto, quasi 100 i morti. Polizia apre il fuoco.
Questo è il titolo dell’ultimo articolo riferito all’Egitto sul sito dell’ANSA, pubblicato oggi alle 20,36
Le immagini che ho visto stasera al telegiornale erano impressionanti e temo che presto in Egitto non ci sarà più nessun posto nel quale potersi considerare “al sicuro”, forse neppure Sharm el Sheikh e le altre località del Mar Rosso.
Mentre ascoltavo le notizie mi sono sentita una morsa allo stomaco. Per me l’Egitto è da tanti anni la meta delle vacanze, la mia oasi di tranquillità tra la magia del deserto e le meraviglie del Mar Rosso. Quando sono in Egitto mi sento come “a casa”.
Ero stata al Cairo nello scorso ottobre e mi ero resa conto che la situazione della popolazione era veramente al limite del sopportabile, ma una sommossa popolare come quella ora in atto non potevo davvero immaginarla.
Da ieri ero particolarmente in apprensione perché non riuscivamo a contattare telefonicamente un caro amico che vive al Cairo. In serata cercando su internet avevo saputo che in molte zone della città i telefoni cellulari non funzionavano. Oggi pomeriggio finalmente siamo riusciti a parlargli. Ha detto che la situazione è tragica e c’è il coprifuoco dalle quattro del pomeriggio fino al mattino.
Ho sentito al telegiornale che hanno cercato di saccheggiare il Museo Egizio, a volte la rabbia provoca delle reazioni a catena della cui gravità ci si rende conto solo quando ormai è troppo tardi per evitarle.
Voglio sperare che tutte queste morti non siano state inutili, che finalmente gli Egiziani riescano a risollevarsi dalla miseria e a riappropriarsi della loro libertà.
guardando scorrere la vita al Cairo (foto Marta P.) ottobre 2010
un saluto daMarta
Le ceramiche, il decoupage ed il collezionismo di Marta puoi trovarli QUI
Chi ama crede nell'impossibile (E.B.Browning) Piastrella in ceramica maiolica dipinta a mano, può essere anche incollata all'esterno usando la colla da piastrellisti
Un post brevissimo, solo per segnalare una bella notizia: i due gattini dei quali avevo parlato nel mio post precedente sono stati adottati.
mi è arrivata la notizia oggi:)))
un saluto daMarta
Le ceramiche, il decoupage ed il collezionismo di Marta puoi trovarli QUI
A volte mi capita di reperire qualche chicca, qualche oggettino vintage che credevo introvabile ....come questo volumetto con i testi delle canzoni dal 1950 al 1957.
Fa parte della serie LE PIU' BELLE CANZONI DI MEZZO SECOLO ( Messaggerie Musicali) e lo trovi QUI
Sfogliandolo si leggono dei testi davvero improponibili ai giorni nostri ma che fanno parte della storia della musica.
Alcuni titoli:
Dove ti va, Nineta? di Viazzoli
Capricciosella di Da Vinci - Marletta
Papaveri e papere di Mascheroni-Rastelli-Panzeri
Un bacio a mezzanotte di Kramer-Giovannini_Garinei
Viale d'autunno di G. D'Anzi
Vola colomba di Concina Cherubini
Addio, sogni di gloria di Innocenzi-Rivi
Buongiorno tristezza di Ruccione -Fiorelli
Berta filava di Wilhelm-Fiammenghi
Oh, Susanna di Foster - Poletto
Simmo 'e napule...paisà..... di Valente Fiorelli
un saluto daMarta
Le ceramiche, il decoupage ed il collezionismo di Marta puoi trovarli QUI
Stamattina ho ricevuto una mail da Bol.itnella quale sono segnalati dei libri sulla Shoah ed un evento organizzato per questa sera:
LA NOSTRA LINGUA MANCA DI PAROLE PER ESPRIMERE QUESTA OFFESA Modena, Teatro Storchi, Piazza Garibaldi 15 27 gennaio 2011 - Giorno della memoria ore 21.00
"Se questo è un uomo" di Primo Levi letto in arabo, ebraico, francese, inglese, italiano, polacco, russo, sloveno, tedesco, ungherese
in questo VIDEO Grossman legge in ebraico con i sottotitoli in italiano durante la serata leggeranno tra gli altri: Edith Bruck, Boris Pahor, Pupa Garribba, Tahar Lamri
Le bestiole sono state trovate da alcuni passanti, attirati dai lamenti, in un trasportino marrone, lasciato proprio in mezza alla strada in via Repusseno nel quartiere di Lavagnola; sono stati soccorsi dai Volontari della Protezione Animali di Savona e, dopo le necessarie cure ed analisi, saranno dati in adozione gratuita a chi ne farà richiesta (019 824735, da lunedì a sabato, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19).
Le Guardie Zoofile dell’ENPA hanno avviato le ricerche dell’autore del reato, punibile con l’arresto fino ad un anno o l’ammenda fino a 10.000 euro; chiunque vi abbia assistito può dare informazioni utili telefonando allo 019/824735, o inviando una mail a savona@enpa.org, o rivolgendosi direttamente a Carabinieri, Polizia Municipale o Guardia Forestale.
Ho ricevuto adesso questo messaggio dall'ENPA di Savona tramite Facebook e lo pubblico sperando che qualcuno voglia adottare due pelosetti neri (oppure soltanto uno) Io non mi meraviglio affatto quando il gatto fa qualcosa di misterioso, mi meraviglio quando fa cose normali. ( Gino Paoli ) Un gatto affettuoso è il miglior rimedio contro la depressione.
( Proverbio giapponese )
Nella casa dove vive un gatto nero non mancherà mai l'amore.
( Proverbio inglese )
Prendono, meditano, i nobili atteggiamenti delle grandi sfingi allungate in fondo a solitudini, che sembrano addormentarsi in un sogno senza fine. ( C. Baudelaire )
In casa mia è indispensabile parlare con i gatti... Ci sono un sacco di cose importanti da dire loro tipo: Giù di lì, Smettila , ect... ( Beryl Reid )
28 gennaio 2011
Ho ricevuto adesso una bellissima notizia: SONO STATI ADOTTATI ENTRAMBI:)))
un saluto daMarta
Le ceramiche, il decoupage ed il collezionismo di Marta puoi trovarli QUI
Una mongolfiera intessuta di fiori, un cuore trafitto dal quale esce l'immagine di un volto femminile e la scritta To my own dear Valentine.
Anche questa immagine, come le altre, proviene da una cartolina dei primi del '900 ed allora le rappresentazioni dell'amore erano un po' diverse da quelle degli anni 2000!!!
un saluto daMarta
Le ceramiche, il decoupage ed il collezionismo di Marta puoi trovarli QUI
Ieri ho scritto un post dal titolo L'orologio dell'amore per San Valentino. In quel post ho pubblicato il primo dei tre orologi che ho preparato utilizzando le immagini di vecchie cartoline di San Valentino risalenti ai primi del '900 che mi aveva gentilmente inviato via mail un amico collezionista.
Oggi pubblico il secondo orologio, che potete trovare QUI.
L'immagine è dolcissima, con mughetti, cuori , un tenero amorino e la scritta To my Valentine
un saluto daMarta
Le ceramiche, il decoupage ed il collezionismo di Marta puoi trovarli QUI
In un precedente post che aveva il titolo dagli USA con amore....cartoline per San Valentino avevo parlato di alcune belle cartoline di auguri ed ora quelle immagini le ho utilizzate per i miei nuovi orologi decorati con la tecnica del decoupage.
E' un lavoro abbastanza semplice. Ho rivestito la base con carta riso blu sulla quale ho incollato l'immagine che avevo stampato.
Per disegnare le ore ho utilizzato l'acrilico bianco che ho usato anche per qualche ritocco all'immagine.
Ho dato due mani di vernice lucida, ho inserito il meccanismo con le lancette ed ecco pronto l'orologio per San Valentino!
Ne ho preparato tre, questo è il primo e lo trovate QUI
un saluto daMarta
Le ceramiche, il decoupage ed il collezionismo di Marta puoi trovarli QUI
L'Art Déco (nome derivato per estrema sintesi dalla dizione Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes, Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne, tenutasi a Parigi nel 1925 - e per quest'ultimo motivo detto anche Stile 1925) è stato un fenomeno del gusto che interessò sostanzialmente il secondo e il terzo decennio del secolo XX: riguardò le arti decorative, le arti visive, l'architettura, la moda.
L'Expo parigina del 1925 vide trionfare, fra i molti espositori stranieri, la speciale raffinatezza francese in varie categorie merceologiche, dall'ebanisteria agli accessori di moda: Parigi restava il centro internazionale del buon gusto anche negli anni critici seguiti alla prima guerra mondiale.
Ma l'Art Déco non nasceva con l'Esposizione, che fu semmai una sorta di rutilante rassegna di un fenomeno nella fase della sua tarda maturità, scaturito nella stessa Parigi intorno al 1910 ad opera di Paul Poiret, stilista dai molteplici interessi, rivolti alla completa riforma estetica dell'ambiente esistenziale moderno.
Oltreoceano, gli Stati Uniti aderirono più lentamente al Déco, raccogliendone in un certo senso il testimone verso gli anni trenta, col caratteristico gusto per un modellato aerodinamico del cosiddetto Streamlining Modern, di cui furono artefici principalmente i designers Raymond Loewy, Henry Dreyfuss e Walter Dorwin Teague.
Parigi rimase in ogni caso il centro maggiore del design Art Déco, col mobilio di Jacques-Émile Ruhlmann che rinnovava i fasti dell'ebanisteria parigina fra Rococò e Stile Impero, con l'azienda di Süe et Mare, con i pannelli e i mobili modernistici di Eileen Gray, con il ferro battuto di Edgar Brandt e gli oggetti in metallo e le lacche di Jean Dunand, con i lavori in vetro di René Lalique e Maurice Marinot, con gli orologi e la gioielleria di Cartier, coi manifesti di Cassandre e Sepo.
Il termine "Art Déco" non ebbe un ampio uso fino a che quel gusto non fu rivalutato negli anni sessanta
un saluto daMarta
Le ceramiche ed il collezionismo di Marta puoi trovarli QUI
Non conoscevo nulla di Iqbal Masih prima di leggere questo libro, non so se altri ignorano chi sia stato ed è proprio per farlo conoscere che ho deciso di scrivere questa recensione.
Il titolo del libro è “Il fabbricante di sogni” e l’autore è Andrew Crofts, giornalista free lance che molto spesso presta la sua abilità di scrittore a persone che hanno una storia da raccontare ma non hanno la capacità per farlo da sole ed è per questo motivo che a volte il suo nome non appare neppure in copertina.
Nella pagina che precede l’inizio del libro sono scritte due frasi che voglio riportare perché le ritengo importanti per iniziare la lettura con lo spirito giusto
Gandhi 1949
“Nel momento in cui uno schiavo decide di non esserlo più, i ceppi si sciolgono. Egli libera se stesso e mostra agli altri il cammino. Libertà e schiavitù sono stati mentali”
Abramo Lincoln 1862
“Nel concedere la libertà allo schiavo garantiamo la libertà al libero”
La storia inizia poche ore prima della fine della vita di Iqbal, nel primo capitolo è infatti ospite nella casa natale, in visita alla mamma in occasione delle festività pasquali.
Accolto da una folla di conoscenti arrivati appositamente per vederlo perché è ormai diventato famoso, Iqbal vorrebbe tornare in città, a Lehore, per lui ogni posto è diventato insicuro da quando ha iniziato la sua lotta contro la schiavitù e contro i proprietari delle fabbriche di tappeti.
Si lascia però convincere da due amici d’infanzia ad andare a trovare il padre di uno di loro che desidera vederlo ma è impegnato con il lavoro nei campi.
E’ lungo quella strada che la scena di allegria dei tre ragazzi felici che ridono, in equilibrio su una sola bicicletta, viene interrotta da uno sparo.
Dal secondo capitolo si ritorna all’inizio della storia di Iqbal, prima che qual colpo di fucile cambiasse ogni cosa era uno schiavo, lo era diventato all’età di quattro anni, quando il padre lo aveva venduto, insieme al fratellino Patras di soli due anni più grande, ad un fabbricante di tappeti in cambio di pochi dollari che avrebbero permesso al fratello maggiore di comprare i regali necessari per sposarsi.
Il lavoro nella fabbrica consisteva nell’accucciarsi davanti ad un telaio e farvi passare i fili nel modo più veloce ed accurato consentito dalle sue piccole dita.
Veniva prelevato al mattino e rincasava la sera tardi, le prime volte con le mani coperte di tagli e vesciche che con il tempo sarebbero stati sostituiti dai calli e almeno non avrebbero più sanguinato.
Il suo primo padrone non è cattivo ma presto lo vende ad un altro fabbricante di tappeti. Iqbal non è che uno schiavo e per il suo padrone è normale venderlo.
L’ambiente della nuova fabbrica ed il nuovo padrone sono ben diversi da ciò a cui è abituato. Vige il divieto assoluto di alzare gli occhi dal lavoro ed ogni piccola distrazione viene punita a bastonate.
Timorosi delle conseguenze i bambini di rado si permettono di sbagliare. Se qualcuno si tagliava seriamente un dito con gli attrezzi affilati e doveva smettere di lavorare i sorveglianti cominciavano a sbraitargli di stare attento a non far gocciolare il sangue sull’ordito. Il bimbo doveva immergere le ferite nell’olio bollente per farle chiudere e tornare al lavoro non appena avessero finito di sanguinare. Il tempo perso per l’incidente lo avrebbero recuperato la sera stessa.
Spesso il padrone lo accompagnava a casa per informare la madre di quanto fosse stato negligente e di quanto avesse battuto la fiacca. Non era vero però la madre lo sgridava e schiaffeggiava ugualmente.
Al mattino alle quattro venivano ogni giorno a prelevarlo da casa e lui si sentiva fortunato perché altri bambini della fabbrica abitavano lontano e dovevano dormire vicino ai telai.
A volte capitava che qualcuno dei compagni rinunciasse a vivere, il giorno dopo al suo posto c’era un altro bambino.
Quando ha otto anni decide di scappare e ci riesce ma, volendo salvare anche i suoi compagni, si reca a chiedere aiuto ai poliziotti i quali, essendo corrotti, lo riconsegnano al padrone. E’ in quell’occasione che conosce la “stanza delle punizioni”. Viene picchiato selvaggiamente, gli vengono legate le mani e i piedi, viene appeso a testa in giù al ventilatore a soffitto rimanendo un giorno intero a girare insieme alle pale del ventilatore. Dopo avere ripreso il lavoro viene controllato a vista sia in fabbrica che a casa perché anche la madre teme che voglia fuggire durante la notte.
Iqbal sa che bisogna solo avere pazienza e prima o poi si ripresenterà un’occasione propizia ed infatti riesce nuovamente a fuggire. Stavolta rimane ben lontano dalla polizia e diventa un bambino di strada. E’ durante il periodo nel quale vive in strada che incontra la persona che cambierà la sua vita.
Ehsan Khan, fondatore del Bonded Labour Liberation Front un’organizzazione che ha lo scopo di liberare i bambini schiavi. Iqbal è colpito dai suoi discorsi e vuole partecipare attivamente a questa battaglia. Esistono anche in Pakistan le leggi che vietano la schiavitù ma non vengono applicate per non danneggiare il commercio dei tappeti. Gli occidentali amano i tappeti annodati a mano ma non vogliono pagarli al prezzo che dovrebbero avere se fossero tessuti da operaie anziché da bambini.
La lotta è difficile, i nemici sono tanti ma sono tante anche le persone che capiscono che è orribile la vita che stanno conducendo i bambini nelle fabbriche. Iniziano ad organizzare incursioni per liberare gli schiavi-bambini e la prima incursione la fanno nella fabbrica nella quale lavorava Iqbal.
Salvare i bambini diventa l’obiettivo primario di Iqbal al quale si aggiunge l’obiettivo di studiare. “Se sai leggere e scrivere e fare almeno i conti più semplici nessuno ti potrà imbrogliare e far firmare un contratto che ti rende di nuovo schiavo”, questo gli aveva detto Ehsan e Iqbal sapeva che così sarebbe stato.
A volte capitava che i bambini liberati venissero nuovamente presi dai padrini, che li facevano rapire.
“Perché il governo non manda la polizia e l’esercito a liberare i bambini-schiavi?” è la domanda che un giorno Iqbal pone a Ehsan e lui risponde che succede perché credono che così deve andare. Dicono che in Pakistan il lavoro minorile è una tradizione e l’economia non è strutturata per un cambiamento.
Iqbal continua a lottare perché sa che se una cosa è sbagliata bisogna cambiarla a tutti i costi, non riuscirebbe a vivere diversamente, facendo finta di non vedere come spesso succede a noi, con le nostre coscienze che si adeguano a situazioni intollerabili.
Il desiderio di Iqbal era quello di informare i consumatori europei e americani del fatto che comprando merce a poco prezzo prodotta nel Terzo Mondo gli schiavi dovevano produrla gratis ed in questo modo lo schiavismo non sarebbe mai finito.
A Iqbal viene assegnato il premio per i Diritti Umani, istituito da una grande azienda americana ( la Reebok) e va negli USA a ritirare il premio.
Diventa sempre più famoso e sempre più scomodo per i fabbricanti di tappeti ed è per questo motivo che viene ucciso.
Gli assassini non si accontentano di essersi liberati di Iqbal, vorrebbero usare la sua morte per screditare Ehsan e la sua organizzazione mettendo in circolazione la voce che è stato lui ad ucciderlo per impressionare l’opinione pubblica e fare propaganda all’organizzazione.
Fino a quando penseremo che certe situazioni non sono modificabili, che certe crudeltà dobbiamo accettarle perché fanno parte della tradizione di un popolo non potremo considerarci un popolo CIVILE. E’ un libro da inserire nelle biblioteche scolastiche, da regalare ai ragazzi perché solo se i giovani conosceranno questa realtà potremo sperare in un cambiamento.
Navigando in internet ho trovato il sito di un’organizzazione per la liberazione degli schiavi costituita da un giovane che da ragazzo aveva ascoltato un discorso di Iqbal. Il sogno di giustizia del piccolo eroe pakistano è contagioso, Iqbal è morto ma continua a vivere in chi ha il coraggio di impegnarsi per realizzare le sue idee di giustizia e di libertà.
un saluto daMarta
Le ceramiche ed il collezionismo di Marta puoi trovarli QUI
Alcuni giorni fa questo blog è stato "premiato" da Marta Traverso con il premio Sunshine Awards attraverso il suo blog Prove tecniche di sogni. Grazie!!!!!
Il Premio Sunshine Awards è in pratica una segnalazione. Ognuno che lo riceve deve poi segnalare altri 12 blog. Lo considero come una catena di Sant'Antonio con lo scopo abbastanza meritevole di fare comunicare tra di loro i blogger. L'idea mi sembra carina, quindi lo accetto volentieri.
Queste le regole del premio:
1. Ringraziare coloro che ci hanno premiato... fatto!
2. Scrivere un post per il premio... fatto!
3. Passarlo a 12 blog che riteniamo meritevoli... fatto!
4. Inserire il link di ciascuno dei blog che abbiamo scelto ... fatto!
5. Dirlo ai premiati ... fatto!
Bandito ha circa 2 mesi e mezzo, è sano, sverminato, vaccinato e microchippato. Purtroppo sembra incredibile, ma dopo più di un mese non abbiamo ricevuto per lui ancora nessuna richiesta valida.
E’ un incrocio maremmano, veramente socievole, affettuoso e sereno, abituato al contatto con l’uomo e con altri cani e gatti, futura taglia medio grande.
Sarà affidato solo a veri amanti degli animali disponibili a firmare la modulistica di affido, a Roma e Italia Centro Nord.
L'Art Déco (nome derivato per estrema sintesi dalla dizione Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes, Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne, tenutasi a Parigi nel 1925 - e per quest'ultimo motivo detto anche Stile 1925) è stato un fenomeno del gusto che interessò sostanzialmente il secondo e il terzo decennio del secolo XX: riguardò le arti decorative, le arti visive, l'architettura, la moda.
L'Expo parigina del 1925 vide trionfare, fra i molti espositori stranieri, la speciale raffinatezza francese in varie categorie merceologiche, dall'ebanisteria agli accessori di moda: Parigi restava il centro internazionale del buon gusto anche negli anni critici seguiti alla prima guerra mondiale.
Ma l'Art Déco non nasceva con l'Esposizione, che fu semmai una sorta di rutilante rassegna di un fenomeno nella fase della sua tarda maturità, scaturito nella stessa Parigi intorno al 1910 ad opera di Paul Poiret, stilista dai molteplici interessi, rivolti alla completa riforma estetica dell'ambiente esistenziale moderno.
Oltreoceano, gli Stati Uniti aderirono più lentamente al Déco, raccogliendone in un certo senso il testimone verso gli anni trenta, col caratteristico gusto per un modellato aerodinamico del cosiddetto Streamlining Modern, di cui furono artefici principalmente i designers Raymond Loewy, Henry Dreyfuss e Walter Dorwin Teague.
Parigi rimase in ogni caso il centro maggiore del design Art Déco, col mobilio di Jacques-Émile Ruhlmann che rinnovava i fasti dell'ebanisteria parigina fra Rococò e Stile Impero, con l'azienda di Süe et Mare, con i pannelli e i mobili modernistici di Eileen Gray, con il ferro battuto di Edgar Brandt e gli oggetti in metallo e le lacche di Jean Dunand, con i lavori in vetro di René Lalique e Maurice Marinot, con gli orologi e la gioielleria di Cartier, coi manifesti di Cassandre e Sepo.
Il termine "Art Déco" non ebbe un ampio uso fino a che quel gusto non fu rivalutato negli anni sessanta
un saluto daMarta
Le ceramiche ed il collezionismo di Marta puoi trovarli QUI