Ciao, mi chiamo Marta. Per hobby dipingo la ceramica e decoro oggetti con la tecnica del decoupage. Nel mio blog si parla quindi di ceramica e di decoupage ma anche di libri, cinema, musica e.....di molto altro

venerdì 30 marzo 2012

L'ultimo saluto di un Uomo di Spade: le sue poesie


L'Uomo di Spade è un libro di poesie e quindi non è il genere di libri che leggo solitamente. Mi era stato regalato per amicizia dall'Autore lo scorso anno.
Leggerlo è stata una'esperienza che non posso esprimere con facilità proprio perchè Enrico Gaibazzi per me non è un estraneo. Leggere le poesie scritte da un amico è come vederlo da dentro, scoprirlo diverso da come appare, da come lo si conosce da decine d'anni o meglio, da come si credeva di conoscerlo.

IL LIBRO Inizia con una prefazione scritta da Chiara Daino della quale Enrico Gaibazzi è stato insegnante di inglese "Maestro,in senso letterale,filosofico, sacro, poetico"
Gaibazzi insegnante, secondo Chiara Daino, aveva un quanto mai raro comunicare:
"Con piacere insegna e con piacere impara"
La passione per l'insegnamento è evidente nella prima poesia del libro, che è stata scritta in inglese con il titolo "LAURENCE'S WAY" e successivamente tradotta in italiano "NEL SOLCO DI LAURENCE" della quale cito l'ultima parte

And suddenly know the reason l'm here
I'm here for a smile on a young honest face
a smile I will borrow
a smile I will keep
for the night I'll row
into the black darkest deep

E brusco capisco perchè ci sono
esisto- soltanto per un sorriso
sorto su un giovane viso onesto
un sorriso che prenderò in prestito
un sorriso che mi terrò ben stretto
per quella notte che combatterò
fino al fondo del buio più nero

Ogni sua poesia è come un quadro, raffigura un momento, una riflessione, una persona amata, una battaglia combattuta

1992
mi ha colpito in modo particolare perchè il tema mi è familiare
Alzheimer,
un letto,
rigido,
odore,
riesco una carezza,
collo deforme
così inizia la poesia di Enrico in ricordo di suo padre, una poesia triste ma nello stesso tempo dolcissima, il dolore fa ricordare il passato ma fa capire che non si può rimpiangere ciò che è andato, c'è il dolce futuro da difendere e la poesia termina con
Poi come miele
sulle labbra mie
il nome tuo:
Daniele

NONNA
Enrico parla con tenerezza di una nonna ormai vecchia che gli parlava del secolo andato, scriveva in gotico ornato, cantava "Sono andati, fingevo di dormire, perchè volli con te sola restare"
La nonna è morta ma è rimasta nel suo cuore
Potrei dirti che mi manca,
ma in fondo non è mai andata via


DEL MIO CANCRO
una poesia di lacrime, sofferenza, l'incontro con l'Uomo di Spade che lotta per la sua vita, la consapevolezza di voler vivere ogni ora rubata al destino

ora, mi vivo ogni ora donata
radioso per la lucente fiammata
vivo – nella rima immortalata
rima che non può essere rubata
men che meno: una rima spezzata

PER AMICIZIA
è breve e voglio riportarla interamente

Ma sono solo
gli amici amati
che sentono le mie poesie
loro che condividono il dolore
l'acro sapore
di questi versi lievi eppure amari






L'AUTORE - Enrico Gaibazzi, professore, poeta, uomo di mare.....

Riportare integralmente una lettera scritta da un suo allievo, Jacopo Maria Marchesano e letta dallo stesso alla commemorazione funebre, credo sia il modo migliore per dare un'immagine reale di Enrico

NOI ALLIEVI PERSI NEI SUOI RACCONTI AFFASCINANTI
Capita spesso di ripensare ai professori del liceo, alle lezioni, ai compiti dimenticati e a quelle sgridate che hanno contribuito a farti diventare l'uomo che sei.
Purtroppo solo a distanza di anni riconosci l'importanza dei tuoi insegnanti, l'importanza di alcune lezioni che vanno al di là del semplice programma didattico. I compagni prendono strade diverse, con loro smarrisci i contatti, i professori invece continueranno a insegnare nella scuola dove sei cresciuto, forse per ricordarti che nella vita ci sarà sempre da imparare anche dopo il percorso scolastico. La tragica notizia della morte del professor Gaibazzi mi spezza il cuore e mi indebolisce nel fisico, mi fermo a ripensare a istanti di vita felice tra i banchi di scuola, proprio come ieri mi ero fermato a cantare le canzoni di Lucio.
La memoria è ancora fresca, i ricordi tanto vicini che sembra possibile riviverli. La sua risata era contagiosa come solo le risate sincere riescono ad essere, le sue lezioni partivano dal present simple per arrivare a Shakespeare, e noi allievi persi nei suoi affascinanti racconti dimenticavamo la grammatica per immergerci nella letteratura. Il professor Gaibazzi le gite scolastiche le organizzava, le studiava e le viveva come noi studenti, si divertiva ad uscire con noi, a scherzare, a bere, insieme prendevamo in giro la guida turistica dallo strano accento; insomma un compagno di viaggio prima di un professore. Il professor Gaibazzi mancherà molto a me e ai miei compagni, ma mancherà molto più alle nuove generazioni di savonesi a cui non potrà più insegnare l'inglese, la poesia, l'arte, ma soprattutto la vita
Jacopo Maria Marchesano ( lettera pubblicata su Il Secolo XIX il 4 marzo 2012)



Nella prefazione Chiara Daino scrive:
Pervaso dal più puro pudore, nell'epoca piagata dall'etichetta, nell'era dove "chiunque pubblica", "chiunque è poeta ", Enrico Gaibazzi oppose non poca resistenza nell'affidare i suoi scritti alla stampa...
La ringrazio per averlo convinto.

Se desiderate leggere "l'Uomo di Spade" lo potete trovare su AMAZON cliccando QUI


lunedì 19 marzo 2012

donare sangue è un gesto da campioni

Questo è il titolo della nuova campagna pubblicitaria dell'AVIS.

Ogni AVIS provinciale presenta il suo slogan con l'immagine di un campione ed a Savona questa immagine è il volto del pilota di Formula Uno Robert Kubica. Il pilota polacco che l’anno scorso fu al centro di un terribile incidente al rally Le Ronde di Andora e, quindi, di una serie di interventi chirurgici al Santa Corona di Pietra Ligure, ha accettato di fare da testimonial con l'immagine del suo viso.
Per catturare l'attenzione dei giovani è necessario che il tramite sia qualcuno del loro mondo.
L'AVIS cerca di incoraggiare i giovani alla donazione per avere la possibilità di un ricambio generazionale.
Verranno promosse iniziative anche nelle scuole.Dare informazioni serve per dissipare i dubbi ed i timori ma serve anche a far capire che ognuno può iniziare a fare un piccolo gesto di solidarietà verso gli altri e che qual piccolo gesto ha un grande valore, più di tanti discorsi.
In un mio post precedente, che trovate QUI, avevo spiegato come sono diventata donatrice. Non serve davvero nulla di eccezionale, è sufficiente la volontà di voler fare qualcosa di utile.

Non aspettiamo che siano sempre gli altri a muoversi per primi, tutti possimo fare la nostra piccola parte, che ne dite?


un saluto da Marta
Le ceramiche, il decoupage ed il collezionismo di Marta
puoi trovarli QUI


domenica 18 marzo 2012

corsa ciclistica Milano Sanremo 2012 salita delle Manie









































L'anno scorso la Milano Sanremo l'avevo vista passare da Albissola, quest'anno abbiamo pensato di godercela un pò di più aspettando il passaggio in cima ad una salita e, dalle nostre parti, il posto migliore è sulle Manie.

Siamo partiti alla mattina, dopo la solita sosta a Savona per caffè e giornali ci siamo diretti verso l'Aurelia. Siamo saliti in cima a Bergeggi, poi siamo scesi da Torre del Mare e ci siamo diretti verso Finale Ligure da dove siamo saliti alle Manie.


Era piuttosto nuvoloso e faceva abbastanza freddo.
Pranzo a base di ottimi panini acquistati alla Trattoria Gambero Verde, una particolarissima locanda costruita all'interno di una chiesa sconsacreata.
C'era il problema della temperatura piuttosto bassa però pur avendo aspettato quasi due ore e mezza non ci siamo mai annoiati.


Il ciclismo è uno sport che unisce a prescindere dall'età anagrafica: c'erano bambini con i genitori, ragazzi e persone anziane che raccontavano di quando correvano in bicicletta.
Ho sofferto un pò il freddo però.........ne è valsa la pena!








un saluto da Marta
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giovedì 15 marzo 2012

una poesia di Enrico

NEL SOLCO DI LAWRENCE

Perché mi trovo qua?
Guidando lungo la stessa fottuta strada?
Marciando un'altra volta verso la scuola...
ma la forza del sole colpisce alla schiena,
e la canzone mi accompagna
con corno e violino, tamburi e canto
il banjo del mio cuore pompa a ritmo;
perché mi traghetto in questo luogo,
io, di mezza età, saggio capo bianco
vestito come tutti gli statali
quelli nudi di anelli, si presume
senza anelli al naso...
...anelli, spille e altri gingilli punk...
ma la musica è, l'opera svolta
ora mi abita "Fiaba di New York"
"SEI UNO ZINGARO,
SEI UN TEPPISTA
SEI UNA VECCHIA TROIA TOSSICA"
poi l'auto riposa - il maestro in quella scuola
invasa da una massa sanguisuga
"ciao" a quel bastardo
"come stai" a quella puttana
Enrico si comporta come deve
non dice "andate tutti a farvi fottere"
poi entra nella classe
vede quei radiosi visi paurosi,
tutti – spaventati – a morte,
per questo non posso esimermi
dal fiammare spartiti
per renderli - tutti -felici!
E brusco capisco perché ci sono
esisto -soltanto per un sorriso
sorto su un giovane viso onesto
un sorriso che prenderò in prestito
un sorriso che mi terrò ben stretto
per quella notte che combatterò
fino al fondo del buio più nero

Enrico Gaibazzi
L'Uomo di Spade

la tua notte non sarà mai buia......ciao Enrico

giovedì 1 marzo 2012

ciao Lucio!





Se io fossi un angelo
chissà cosa farei
alto, biondo, invisibile
che bello che sarei
e che coraggio avrei
sfruttandomi al massimo
è chiaro che volerei
zingaro libero
tutto il mondo girerei
andrei in Afganistan
e più giù in Sudafrica
a parlare con l'America
e se non mi abbattono
anche coi russi parlerei
angelo se io fossi un angelo
con lo sguardo biblico li fisserei
vi do due ore, due ore al massimo
poi sulla testa vi piscerei
sulle vostre belle fabbriche
di missili, di missili
se io fossi un angelo, non starei nelle processioni
nelle scatole dei presepi
starei seduto fumando una marlboro
al dolce fresco delle siepi
sarei un buon angelo, parlerei con Dio
gli ubbidirei amandolo a modo mio
gli parlerei a modo mio e gli direi
" Cosa vuoi tu da me tu"
" I potenti che mascalzoni e tu cosa fai li perdoni"
" ma allora sbagli anche tu"
ma poi non parlerei più
un angelo non sarei più un angelo
se con un calcio mi buttano giù
al massimo sarei un diavolo
e francamente questo non mi va
ma poi l'inferno cos'è
a parte il caldo che fa
non è poi diverso da qui
perché io sento che, son sicuro che
io so che gli angeli sono milioni di milioni
e che non li vedi nei cieli ma tra gli uomini
sono i più poveri e i più soli
quelli presi tra le reti
e se tra gli uomini nascesse un ancora Dio
gli ubbidirei amandolo a modo mio
a modo mio...

Se io fossi un angelo





di Lucio Dalla (dall'album "Bugie" del 1985)