Ciao, mi chiamo Marta. Per hobby dipingo la ceramica e decoro oggetti con la tecnica del decoupage. Nel mio blog si parla quindi di ceramica e di decoupage ma anche di libri, cinema, musica e.....di molto altro

mercoledì 10 giugno 2009

Velocino: una curiosissima bicicletta





Mi è venuta da qualche tempo la passione per il collezionismo cartaceo, mi piace andare a curiosare nei mercatini e mi incuriosisce soprattutto ciò che è riferito ai primi cinquant'anni del secolo scorso.
Attraverso vecchie riviste e vari documenti d'epoca capita a volte di fare scoperte curiose.
La mia ultima scoperta è stato il VELOCINO, non avrei mai saputo del suo breve passaggio nel mondo delle due ruote se non fossi entrata in possesso della sua brochure originale.
La pubblicazione inizia con questa frase:
"Fabbricanti, meccanici, commercianti!
Credete seriamente che l'evoluzione tecnica del ciclismo abbia avuto il suo epilogo definitivo quasi mezzo secolo fa, con l'apparizione della prima bicicletta?"
Era una specie di buffa bicicletta con la ruota anterire molto piccola e il manubrio posteriore.
Nella pubblicità si propone ai commercianti di acquistarne un certo numero per il noleggio in modo da farlo conoscere.
Il Velocino viene descritto come un mezzo di eccezionale duttilità, adatto sia per le donne che per gli uomini, molto più leggero e comodo della bicicletta. Pieghevole in modo da poter essere trasportato facilmente in treno ed anche in aereo.
La realtà è stata invece molto diversa, facendo una breve ricerca ho scoperto che non ebbe una grande fortuna. Trascrivo alcuni post che trattano del Velocino.
Il veicolo chiamato Velocino nacque a Bologna attorno agli anni Trenta. A detta dell'inventore, un certo Pettazzoni, avrebbe risolto "tutti i problemi pratici di spazio e circolazione". Nelle pubblicità dell'epoca, veniva presentato come veicolo urbano destinato a un pubblico "elegante", permettendo al ciclista di non dover scavalcarlo per salirvi. Nonostante lo stesso Mussolini ne avesse guidato personalmente un esemplare, il Velocino non incontrò però molta fortuna, e il Pettazzoni, pressato dalle richieste dei creditori, si suicidò nei pressi del cimitero della Certosa.
Apparve prima della guerra: si chiamava velocino, una via di mezzo tra una sedia a rotelle e un arnese da equilibristi. Per lanciarlo dissero che si risparmiava gomma, che serviva per le ruote delle autoblindo. La sensazione più sgradevole era non sentirsi protetti da un davanti qualsiasi. E poi bisognava reimparare le leggi dell'equilibrio. Era pericoloso, si diceva: "dal velocino al pronto soccorso".
Non ha avuto fortuna, probabilmente perchè in quegli anni non era facile vendere neppure le biciclette normali.
Se qualcuno fosse interessato ho messo in vendita la broscure su PrezziShock.it, questo è il link dell'inserzione
http://www.prezzishock.it/auction_details.php?auction_id=965091




2 commenti:

Anonimo ha detto...

Birbante che non sei altro! Hai scoperto questa perla sulle biciclette e devo scoprirlo sul tuo blog! Sei fortissima e solo il tuo intuito poteva scoprirlo. Luca

Marta ha detto...

Ciao Luca, ti avrei riconosciuto anche senza firma!
Doveva essere proprio buffa questa bici, chissà se qualcuna erano riusciti a venderla, ho qualche dubbio:)))
ciao