Ciao, mi chiamo Marta. Per hobby dipingo la ceramica e decoro oggetti con la tecnica del decoupage. Nel mio blog si parla quindi di ceramica e di decoupage ma anche di libri, cinema, musica e.....di molto altro
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domenica 5 febbraio 2012

gli sci in legno non invecchiano....diventano vintage!!!



Un paio di sci finlandesi TRAK con attacchi Emery Grenoble e completi di racchette marca Liljedahl (Lillehammer - Norvegia)
Avranno all'incirca una cinquantina d'anni eppure non li dimostrano affatto, probabilmente perchè un tempo gli sci venivano costruiti per durare nel tempo e non per essere cambiate la stagione successiva con un nuovo modello.
Le racchette sono in bambù ed hanno i dischi in plastica.
Sarebbe fantastico poterli ancora utilizzare, ma probabilmente finiranno appesi in una casa di montagna come oggetto "vintage"


un saluto da Marta Photobucket


domenica 22 gennaio 2012

chi usava questo caschetto?.... forse un motociclista?














Ho un vecchio caschetto in pelle, qualcuno mi ha detto che si tratta di un copricapo da motociclista.


Subito non mi sembrava possibile che un motociclista indossasse un casco che proteggeva solo dall'aria, ma a riflettere bene noi, prima che diventasse obbligatorio l'uso del casco, andavamo in moto con i capelli al vento!!!


Qualcuno saprebbe dirmi a che epoca può risalire questo vecchio copricapo e quale potrebbe essere il suo valore?


un saluto da Marta
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mercoledì 4 gennaio 2012

ma guarda chi si rivede......Ercolino sempre in piedi!!!!

foto: Ercolino sempre in piedi nel negozio di alimentari di Stella San Martino (SV)


Ero convinta che fosse ormai solo un ricordo legato alla mia infanzia.

Ho scattato la foto solo perchè mi piaceva quel simpatico pupazzo con il berretto da Babbo Natale, senza riconoscerlo.

Questa sera riguardando le fotografie scattate durante le feste di Natale mi sono accorta che era proprio lui, il pupazzo tanto famoso negli anni 60, il mitico Ercolino sempre in piedi, che la Galbani regalava con la raccolta punti.

Era stato creato ad immagine dell'attore Paolo Panelli, che a quei tempi era testimonial della Galbani.
Io non lo possedevo ma lo ricordo davanti ai negozi di alimentari, era una specie di grosso birillo di plastica che non cadeva mai, lo spingevamo fino a terra e....lui tornava sempre su.



Qualcuno su internet lo definisce "un orribile pupazzo degli anni 60", ma chi allora era bambino non lo considerava affatto orribile, era un compagno di giochi per chi aveva la fortuna di possederlo e chi non l'aveva si accontentava di spingere quello che i negozianti tenevano fuori dalla bottega, stupendosi ogni volta che tornava in piedi.



(foto trovata tra le immagini di internet)

un saluto da Marta
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martedì 4 ottobre 2011

O frigideiro …..Quando si sognava una bottiglia di acqua di Vichy bella fresca di frigo



Navigando su youtube ho trovato questa bella canzone in dialetto genovese di Bruno Lauzi, dedicata a uno degli elettrodomestici cult della fine degli anni ’50. Ascoltarla mi ha fatto tornare indietro ai tempi del “Carosello”, quando ogni reclam era un piccolo film al quale partecipavano anche attori importanti. In questo video si può riconoscere ad esempio Adolfo Celi.



O frigideiro


Ma quande l'è che ti t'accatti o frigideiro, cöse aspëti quest'inverno se o ghe vêu d'estæ?
Ti metti in fresco un pö de bira pe'i amixi, quande vegnan a trovâte stanchi morti e suæ
E no ti pensi a-a roba che t'æ da parte, butiro, oêve, faxêu lumè.
Se te va a mâ e ti dovië cacciala via, quande torna da-a campagna ti m'ou dixi un pö
ma cöse l'è che ti ghe conti a têu moggê!

Ma quande l'è che ti t'accatti o frigideiro, te fa o giasso pe' e granite pe' levate a sæ,
perchè t'inscisti a tegnî in fresco in to-o troggetto e bottigge con a menta e l'ægua de Vichy?
Ghe n'è de tûtti i prexi, nêuvi e vëgi, son grandi grosci e piccinin.
I vendan finn-a dopo a fêa, in sci banchetti a Sant'Agâ
Ma quande l'è che ti t'accatti o frigideiro, mi ciû fito che stâ sensa n'accattieva un pà!

Ma quande l'è che ti t'accatti o frigideiro,
quande l'è che ti t'accatti o frigideiro,
quande l'è che ti t'accatti o frigideiro,
quande l'è ma quande l'è?

E no ti pensi a-a roba che t'æ da parte, butiro, oêve, faxêu lumè.
Se te va a mâ e ti dovië cacciala via, quande torna da-a campagna ti m'ou dixi un pö
ma cöse l'è che ti ghe conti a têu moggê!

Ma quande l'è che ti t'accatti o frigideiro, te fa o giasso pe' e granite pe' levate a sæ,
perchè t'inscisti a tegnî in fresco in to-o troggetto e bottigge con a menta e l'ægua de Vichy?
Ghe n'è de tûtti i prexi, nêuvi e vëgi, son grandi grosci e piccinin.
I vendan finn-a dopo a fêa, in sci banchetti a Sant'Agâ
Ma quande l'è che ti t'accatti o frigideiro, mi ciû fito che stâ sensa n'accattieva un pà!

Ma quande l'è che ti t'accatti o frigideiro,
quande l'è che ti t'accatti o frigideiro,
quande l'è che ti t'accatti o frigideiro,
quande l'è ma quande l'è?

Traduzione in italiano
Ma quand'è che ti compri il frigorifero, cosa aspetti quest'inverno se ci vuole d'estate?
Ci metti in fresco un po' di birra per gli amici quando vengono a trovarti stanchi morti e sudati.
E poi non pensi alla roba che hai da parte, il burro, le uova e i fagioli "lumè".
Se ti va a male e dovrai buttarla via, quando torna dalla campagna me lo dici un po',
ma che cos'è che le racconti a tua moglie.

Ma quand'è che ti compri il frigorifero, ti fa il ghiaccio per le granite, per levarti la sete.
Perché insisti a tenere in fresco nel lavandino le bottiglie con la menta e l'acqua di Vichy?
Ce n'è di tutti i prezzi, nuovi e vecchi, son grandi, grossi e piccolini.
Li vendono anche dopo la fiera sui banchetti a S. Agata.
Ma quand'è che ti compri il frigorifero, io piuttosto che star senza ne comprerei un paio

Ma quand'è che ti compri il frigorifero,
quand'è che ti compri il frigorifero,
quand'è che ti compri il frigorifero,
quand'è ma quand'è?

E poi non pensi alla roba che hai da parte, il burro, le uova e i fagioli "lumè".
Se ti va a male e dovrai buttarla via, quando torna dalla campagna me lo dici un po',
ma che cos'è che le racconti a tua moglie.

Ma quand'è che ti compri il frigorifero, ti fa il ghiaccio per le granite, per levarti la sete.
Perché insisti a tenere in fresco nel lavandino le bottiglie con la menta e l'acqua di Vichy?
Ce n'è di tutti i prezzi, nuovi e vecchi, son grandi, grossi e piccolini.
Li vendono anche dopo la fiera sui banchetti a S. Agata.
Ma quand'è che ti compri il frigorifero, io piuttosto che star senza ne comprerei un paio

Ma quand'è che ti compri il frigorifero,
quand'è che ti compri il frigorifero,
quand'è che ti compri il frigorifero,
quand'è ma quand'è?

un saluto da Marta
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sabato 4 giugno 2011

I dischi in vinile dei favolosi anni '60: Sylvie Vartan








Abbiamo cercato di sostituirli con le musicassette, con i CD, con la musica senza fruscii che si trasferisce direttamente dal computer ma, appena ci capita tra le mani un disco in vinile, la nostalgia riaffiora.
Io sono nata negli anni '50. "Papaveri e papere" è stata la prima canzone che ho conosciuto perchè mio papà me la cantava sempre.





Della mia infanzia ho ancora il ricordo di un grammofono a manovella e dei grandi e pesanti dischi dischi a 78 giri in gommalacca.



Da ragazzine appena io e mia sorella riuscivamo a mettere da parte 750 lire andavamo a comprarci un 45 giri.




Negli ultimi anni, con la passione per il vintage, il vinile è tornato alla ribalta e se ne vedono parecchi nei mercatini.




Qualche mese fa mi sono comprata uno stock di dischi, subito volevo acquistare solo il 33 giri con le canzoni del film "My fair lady" ma poi mi sono lasciata attirare e sono tornata a casa con due interi scatoloni colmi di dischi di tutti i generi: classica, popolare, anni '60.... c'è un pò di tutto e non è neppure facile catalogarla, non so da dove iniziare.
Probabilmente provengono dalla Francia infatti ho visto dischi di Sacha Distel, Edith Piaf, Yves Montand, Gilbert Becaud, Giorges Moustaki, Nana Mouskouri, Francoise Hardy che erano conosciuti anche in Italia.
Tra i tanti ho scelto la copertina di un disco di Sylvie Vartan come immagine per questo mio post un pò nostalgico.




Il disco contiene 4 canzoni:
comme un garçon
le jour qui vient
le testament
l'enfant aux papillons


lo puoi trovare QUI

un saluto da
Marta
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sabato 28 maggio 2011

Olivetti ICO la prima macchina da scrivere portatile, chi ne ha già visto una rossa?






Il mese scorso si era diffusa la notizia che in India ha chiuso l'ultima fabbrica di macchine da scrivere manuali. In realtà si trattava di una bufala in quanto vengono ancora prodotte macchine da scrivere manuali ed elettriche in Cina, in Giappone ed in Indonesia.





Apprendere che si continueranno a produrre macchine da scrivere mi ha fatto molto piacere, ormai siamo nell'era del computer però esistono ancora molte persone che la utilizzano abitualmente, per affezione oppure per obbligo. Oriana Fallaci la usava per una testarda affezione, per obbligo la usano i detenuti quando non è loro consentito l'utilizzo del computer.






Quella che presento in queste foto è una vecchia Olivetti ICO (Industrie Camillo Olivetti)

Con questo modello la Olivetti iniziava, nel 1936, la produzione di una macchina portatile, destinata non solo all’ufficio, ma anche al privato.




La carrozzeria è metallica di colore rosso. Esisteva in vari colori (nero lucido, nero martellato, rosso, blu, marrone, verde, grigio, avorio)










Ogni macchina ha un numero di matricola e quella delle foto è la numero 31289.







Non sono un'esperta però l'ho provata e funziona bene. Manca la targhetta ICO. Il nastro è nero. All'interno del coperchio ha due spazzolini ed un pennello





Questa è la prova di scrittura









Se qualcuno fosse interessato può trovarla QUI
un saluto da Marta

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lunedì 23 maggio 2011

sci da fondo norvegesi...... il fascino del vintage












Guardando questi sci si ha la sensazione di tornare indietro ad un periodo che sembra lontanissimo, quando i materiali sembravano avere un'anima e le attrezzature sportive erano fatte per durare nel tempo e non soltanto per sfruttare al massimo la tecnologia.

Sono sci da fondo norvegesi, non so di che periodo siano, probabilmente qualcuno di voi saprà darmi qualche indicazione che mi aiuti a collocarli in un periodo che presumo essere tra gli anni '50 e gli anni '60.

Sugli sci ci sono diverse scritte che riporto qui di seguito:
asnes tur-modell è scritto nella parte alta
hickory sole-ligno kant è scritto in basso

Sugli attacchi c'è la scritta Kandahar e sui puntali Gresvig
Cercando su Google ho letto che Aksel Gresvig era un ciclista, e fondò la ditta Gresvig in Norvegia nel 1901.
La fabbrica si occupava di ciclismo e di sci, creavano attrezzatura sportiva studiata in funzione dell'uomo
In questa fabbrica venivano costruiti gli attacchi Kandahar che sono stati gli attacchi più popolari per gli sci negli anni 50 e negli anni 60



Se qualcuno fosse interessato ad un paio di sci simili a questi può trovarli QUI














Riporto di seguito alcune notizie che ho trovato sul sito http://www.ski-nordik.it/ , può essere interessante conoscere un pò le origini dello sci nordico.


Lo sci di fondo è nato tra le colline della Norvegia e della Svezia o nelle immense steppe siberiane?


Ci sono diverse testimonianze sull'uso che si faceva un tempo di questo attrezzo, però non sono sufficienti a stabilire con precisione dove sia veramente nato, come non sono sufficienti a definire la sua costruzione.
Sui monti Altai, in Siberia, sono stati trovati degli sci risalenti al 2500 a.C. fatti di giunchi legati insieme e delle scarpe da neve estremamente simili a quelle moderne. Sci in legno, più simili a quelli usati oggi dai fondisti, sono stati rinvenuti molti anni fa scavando in una torbiera svedese. Questi sci ed i primitivi graffiti rupestri di Rodoy (Norvegia), che raffigurano uno sciatore stilizzato, risalgono a quattromila anni fa.
I primi sciatori non usavano il passo alternato e non scivolavano sulla neve come quelli di oggi, ma dovevano compiere un movimento simile a quello di chi va in monopattino. Gli sci norvegesi e finlandesi erano diversi tra loro: il primo era lungo e sottile, per favorire la scivolata, il secondo era corto e largo e aveva del pelo di renna applicato alla soletta per facilitare la presa sulla neve.

Naturalmente lo scopo della diffusione di questi strani arnesi era soprattutto quello di spostarsi senza sprofondare su terreni innevati e servivano prevalentemente per cacciare, occupazione di vitale importanza a quei tempi.

Nell'undicesimo e nel dodicesimo secolo i vichinghi usavano gli sci in battaglia. La gara norvegese chiamata Birkebeiner commemora la battaglia durante la quale il piccolo principe Haakon fu portato in salvo, da Lillehammer a Rena (Norvegia), da due esploratori vichinghi. Si sa anche da documenti che già dal 1200 d.C. i lapponi, definiti "maestri nella tecnica di sciare e nell'arte di costruire gli sci" esportavano in Norvegia, oltre che gli sci, anche il modo di adoperarli.
In quegli anni, esattamente nel 1520, si inserisce la storia di Gustavo Vasa il quale, sdegnato per l'inerzia dei suoi concittadini svedesi che non volevano ribellarsi al giogo danese, percorse 90 km, da Salen a Mora prima di essere richiamato per dare inizio alla guerra contro i danesi stessi.
Dal 1922 in poi, questo avvenimento, viene ricordato con lo svolgimento della leggendaria Granfondo alla quale tutti gli appassionati vorrebbero partecipare almeno una volta, la Vasaloppet.
Secondo lo studioso di storia dello sci, Harold Grinden, i vichinghi introdussero lo sci nel Nord America più di novecento anni fa.

Negli Stati Uniti gli sci furono usati dopo il 1840, quando immigrati scandinavi costruirono nel Midwest sci da fondo in legno.
Nello stesso periodo lo sci fu introdotto in California da marinai norvegesi che avevano abbandonato le loro navi a S. Francisco per cercare l'oro nella Sierra.

Per quanto riguarda l'Italia risulta che il primo sciatore sia stato il parroco di Ravenna, Francesco Negri, il quale fece questa esperienza durante un viaggio in Lapponia attorno al 1660.
Dopo il reverendo Negri, in Italia, non si ha più notizia di sciatori fino ad arrivare al 1886, anno in cui Edoardo Martinori Romano, dopo essere stato in Lapponia, ritorna a casa con un paio di sci.
Circa dieci anni dopo, ad opera di Paolo Kind, ha inizio l'attività sciatoria, naturalmente di sole discipline nordiche. Le prime gare, riservate a sciatori militari, si svolsero nel 1898.
Nascono i primi sci club a Torino nel 1901, a Milano nel 1902 e a Genova nel 1903 mentre dieci anni dopo viene fondata la Federazione Italiana dello Sci, ma il vero fondatore della Federazione Italiana Sport Invernali (l'odierna FISI) fu, a Milano nel 1920, il Conte Aldo Bonacossa.
Un enorme sviluppo, per la disciplina del fondo, lo si ebbe durante la prima guerra mondiale con la formazione di interi reparti di sciatori per l'addestramento dei quali furono ingaggiati istruttori stranieri.
La scoperta della sciolina (le pelli erano utilizzate fin dalle origini degli sci) risale al 1903 ad opera di Victor Sohn e Bilgeri. Quest'ultima, composta da una miscela il cui ingrediente principale era la cera d'api, oltre a fare scorrere gli sci in avanti , permetteva anche di non scivolare indietro.


un saluto da Marta

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sabato 21 maggio 2011

Claudio Villa alla Perla di Cairo Montenotte (SV) nel 1962


Locandina di uno spettacolo di CLAUDIO VILLA

anno 1962

Cairo Montenotte (Savona) sabato 17 febbraio 1962

alla PERLA

L'impareggiabile interprete della canzone italiana accompagnato al piano

dal m.°
ELVIO MONTI

al superveglionissimo di Carnevale

Con la partecipazione dell' Orchestra EROS di Ovada e il cantante GIANNI BARISONE



Serzizio corriera a fine Ballo





Vedendo la data che corrisponde all'incirca a quella del Festival di Sanremo ho cercato notizie su Wikipedia ed ho avuto la conferma che si trattava proprio del periodo del Festival:

Il dodicesimo festival della canzone italiana si tenne a Sanremo dal 8 febbraio al 10 febbraio e il 18 febbraio 1962.

L'organizzazione del festival fu affidata a Gianni Ravera e la vittoria spettò a Domenico Modugno in coppia con Claudio Villa, ma la rivelazione internazionale fu Tony Renis e la sua Quando Quando Quando

Quindi Claudio Villa aveva approfittato dei pochi giorni liberi durante il festival per qualche serata in Liguria, aspettando la serata finale e........la vittoria!

Ho trovato su Wikipedia anche questa immagine del periodo e, dal momento che il copyright è scaduto essendo passati più di vent'anni, ho pensato di pubblicarla per evidenziare come era attuale la foto del volantino

Sanremo 1962 -


Claudio Villa, assediato dai fans, firma gli autografi
foto da Wikipedia










Nella locandina è scritto " Servizio corriera a fine Ballo" .....erano davvero ben organizzati nel 1962!!!! oggi però un servizio di autobus sarebbe difficile da concepire con gli orari delle discoteche che aprono all'ora in cui negli anni '60 le sale da ballo chiudevano!!!!!




La locandina è su PrezziShock.it, la trovi cliccando QUI




Il ricavato dalla vendita verrà inviato a Medici senza Frontiere oppure all'Unicef, a scelta della persona che si aggiudicherà la locandina.

un saluto da
Marta

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giovedì 19 maggio 2011

Tiko e Tika, con me da quasi 40 anni



Tiko a Tika mi seguono da quasi 40 anni.


Hanno superato 5 traslochi, hanno assistito allo scorrere della nostra vita e...... sono ancora lì, sorridenti, che mi guardano attraverso i vetri della credenza:)

Li considero un pò i miei portafortuna.
Non sono meravigliosi?


un saluto da Marta

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giovedì 27 gennaio 2011

Le più belle canzoni di mezzo secolo

A volte mi capita di reperire qualche chicca, qualche oggettino vintage che credevo introvabile ....come questo volumetto con i testi delle canzoni dal 1950 al 1957.
Fa parte della serie LE PIU' BELLE CANZONI DI MEZZO SECOLO ( Messaggerie Musicali) e lo trovi QUI
Sfogliandolo si leggono dei testi davvero improponibili ai giorni nostri ma che fanno parte della storia della musica.

Alcuni titoli:
Dove ti va, Nineta? di Viazzoli
Capricciosella di Da Vinci - Marletta
Papaveri e papere di Mascheroni-Rastelli-Panzeri
Un bacio a mezzanotte di Kramer-Giovannini_Garinei
Viale d'autunno di G. D'Anzi
Vola colomba di Concina Cherubini
Addio, sogni di gloria di Innocenzi-Rivi
Buongiorno tristezza di Ruccione -Fiorelli
Berta filava di Wilhelm-Fiammenghi
Oh, Susanna di Foster - Poletto
Simmo 'e napule...paisà..... di Valente Fiorelli









un saluto da Marta










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sabato 27 novembre 2010

Papà Natale Aviatore, il regalo di Natale dei bambini degli anni '60




Si sta avvicinando il Natale ed in questo clima pre natalizio ho pensato di parlare di un regalo di Natale in voga negli anni '60.
Si tratta della serie "natalizia" del dischi Moviton.

I Moviton sono dischi pubblicati nel 1960 dalla Mamil srl di Milano, di materiale flessibile plastificato a 78 giri con la superficie incisa.
La distribuzione fu affidata alle Messaggerie Musicali.
La confezione conteneva 3 dischi a doppia faccia ed a corredo una trottola di plastica a specchio ottagonale, nella quale si riflettevano i personaggi stampati sul disco.
Tutto questo consentiva ai bambini oltre all’ascolto delle canzoncine anche la visione animata.
Ad interpretare questi allegri motivetti si cimentarono personaggi molto noti come Franco Franchi e meno noti come Angela e i Clowns, oltre all’orchestra diretta dal noto M.ro Aldo Pagani.
Esistevano diverse serie, la serie "Moviton", la serie "Disney" che conteneva canzoncine riferite a personaggi dei fumetti e dei cartoni animati, la serie "Pinocchio" con canzoncine sul famosissimo burattino, la serie "Isacco" e la serie "Natale" che conteneva queste canzoni:

PAPA' NATALE AVIATORE (Angela e i clowns)
L'OMINO DELLE CIARAMELLE (Franco Franchi e i Clowns)
GIROTONDO GIROTONDO (Angela e i Clowns)
TUTTI GLI ANGELI IN CORO (Franco Franchi)
BABBO NATALE (Angela e i Clowns)
JALLAH...! JALLAH...! (i Clowns)


Ho inserito su youtube una di queste canzoncine. E' veramente molto carina, forse anche i bambini della generazione di internet saprebbero apprezzare questo giocattolo musicale che ormai è da considerare VINTAGE










un saluto da Marta





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sabato 20 novembre 2010

collezionismo: una vecchia rivista di moda francese

VINTAGE

la Mode Pratique n° 6


9 Février 1939


Ho parecchie riviste vecchie ma questa, quando l'ho vista su una bancarella del mercatino delle pulci, mi ha subito colpito molto per le sue immagini e non ho potuto fare a meno di acquistarla.


Non sono esperta di moda, però queste immagini di eleganza degli anni '30 per me sono bellissime. Mi piacciono forse di più quelle in bianco e nero, che danno alle pagine un'impronta ancora più "vintage"
all'interni ci sono idee moda per il matrimonio (mariage), per il battesimo (baptême),
belle immagini di tailleurs, istruzioni per farsi fa sole gli abiti (vous ferez vous-mêmes), la moda semplice per la mezza stagione (la mode simple pour la demi-saison), consigli, la posta del cuore (les replis du coeur) e....molto altro.
Puoi trovarla QUI














un saluto da Marta






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mercoledì 6 ottobre 2010

una scatola come testimonianza delle dolcerie del passato















Ho trovato questa vecchia scatola in un negozio di antiquariato, subito aveva attirato la mia attenzione perchè mi era sembrata una vecchia cappelliera ma poi leggendo la scritta ho capito che si trattava di una scatola per la spedizione dei dolci.
Non so quanti anni potrebbe avere, forse si può risalire al periodo dal nome del negozio che l'ha utilizzata per la spedizione:


Anna Longo di Federico Via Roma 152 angolo Ponte di Tappia 15 Napoli.

Pasticceria e Confetteria specialità in rustici pastiere e bomboniere.

Il profumo dei dolci ormai non si sente più ma ha lasciato il posto ad un " profumo di passato" che mi affascina tantissimo.
Marta




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martedì 5 ottobre 2010

una vecchia bilancia da banco ricordo dei negozi perduti



In cantina ho una vecchia bilancia da banco, di quelle che venivano usate dai negozianti di una volta e che ormai può interessare solo ai collezionisti e a chi ama le cose vecchie.
Al massimo si potrebbe utilizzare per dare un tocco "vintage" ad una vetrina, ma non si può usare per pesare perchè nei negozi "moderni" è stata messa al bando per fare posto alle bilance di nuova generazione.


Oramai si ha l'impressione che quasi non ci sia scampo non solo per le vecchie attrezzature, ma pure per i negozianti di una volta, quelli che conoscevamo da una vita e che conoscevano tutto di noi come se facessero parte della famiglia.


Io sono nata in un piccolo paese e ricordo ancora i negozi della mia infanzia: la pasticceria nella quale le commesse venivano assunte magre ed aumentavano di peso quasi a vista d'occhio, il ferramenta dove mio papà andava a comprare tutto ciò che gli serviva per i lavoretti di casa, il negozio di cappelli e di vestiti, la drogheria con il suo profumo di confetti, i negozi di alimentari che tenevano ancora tanti prodotti sfusi dentro a dei sacchi e li pesavano prendendoli con una sassola. la merceria che nei casi di necessità apriva anche alla domenica (la proprietaria abitava sopra al negozio ed era sufficiente suonarle il campanello e spiegarle il motivo dell'urgenza).
Ora non rimane più nulla di tutto ciò. Guardandomi in giro vedo tantissimi supermercati, centri commerciali che vengono aperti a poca distanza delle città e ......gli ultimi negozi "di vicinato" che resistono perchè il titolare, che sembra un naufrago aggrappato ad un relitto, spera di arrivare alla pensione.


Ho molta nostalgia dei negozi di una volta. Forse sarà solo nostalgia del tempo passato ma ho l'impressione che con la "grande distribuzione" abbiamo perso più di quanto abbiamo guadagnato.





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mercoledì 16 giugno 2010

Una nuova vita per il vecchio telefono bigrigio


















E' il classico telefono a rotella con la spina tripolare.
Lo conosciamo tutti perchè fino a qualche anno fa il telefono "bigrigio" della Sip era "il telefono di casa" per accellenza.

Se non si avevano esigenze particolari e soprattutto se non si volevano pagare supplementi di canone la Sip installava il modello classico che veniva chiamato "bigrigio" per il suo colore che aveva due tonalità di grigio.

Questo telefono era prodotto dalla Siemens

Nei mercatini delle cose usate se ne riescono a trovare abbastanza facilmente e ho deciso qualche anno fà di dare a questi telefoni anonimi un aspetto un pò "chic".

Non è un lavoro complicato, questo è il procedimento:


Si pulisce bene il telefono con l'alcol, possibilmente smontando la cornetta per pulirla anche all'interno.

Si pittura con un paio di mani di aggrappante (acquistabile nei negozi per decoupage) fino a quando il grigio è completamente coperto.

Si colora con una base di pittura acrilica. Io consiglio il colore avorio chiaro perchè è il più adatto come sfondo per il decoupage.


Si applica la decorazione con la colla da decoupage. Quando è asciugata la colla è consigliabile dare una passatina con la carta vetro molto fine per evitare che rimanga evidenziata qualche piaga della carta.

Si cerca quindi di far risaltare il disegno con delle pennellate di colore acrilico, per dare un effetto di luminosità. Per la decorazione si usa la solita carta di riso.

Infine, quando è completamente asciutto, si passano almeno tre mani di vernice trasparente e.......voilà, il lavoro è finito.

Questi sono alcuni dei miei telefoni, se vi piacciono ma non avete voglia o tempo per decorarne uno potete trovarli su
PrezziShock.it







Sono adatti a qualsiasi tipo di arredamento della casa oppure dell'ufficio, possono essere anche esposti nella vetrina di un negozio per creare un'atmosfera di modernariato.
Ciao....a presto!




Marta