Ciao, mi chiamo Marta. Per hobby dipingo la ceramica e decoro oggetti con la tecnica del decoupage. Nel mio blog si parla quindi di ceramica e di decoupage ma anche di libri, cinema, musica e.....di molto altro
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sabato 4 giugno 2011

I dischi in vinile dei favolosi anni '60: Sylvie Vartan








Abbiamo cercato di sostituirli con le musicassette, con i CD, con la musica senza fruscii che si trasferisce direttamente dal computer ma, appena ci capita tra le mani un disco in vinile, la nostalgia riaffiora.
Io sono nata negli anni '50. "Papaveri e papere" è stata la prima canzone che ho conosciuto perchè mio papà me la cantava sempre.





Della mia infanzia ho ancora il ricordo di un grammofono a manovella e dei grandi e pesanti dischi dischi a 78 giri in gommalacca.



Da ragazzine appena io e mia sorella riuscivamo a mettere da parte 750 lire andavamo a comprarci un 45 giri.




Negli ultimi anni, con la passione per il vintage, il vinile è tornato alla ribalta e se ne vedono parecchi nei mercatini.




Qualche mese fa mi sono comprata uno stock di dischi, subito volevo acquistare solo il 33 giri con le canzoni del film "My fair lady" ma poi mi sono lasciata attirare e sono tornata a casa con due interi scatoloni colmi di dischi di tutti i generi: classica, popolare, anni '60.... c'è un pò di tutto e non è neppure facile catalogarla, non so da dove iniziare.
Probabilmente provengono dalla Francia infatti ho visto dischi di Sacha Distel, Edith Piaf, Yves Montand, Gilbert Becaud, Giorges Moustaki, Nana Mouskouri, Francoise Hardy che erano conosciuti anche in Italia.
Tra i tanti ho scelto la copertina di un disco di Sylvie Vartan come immagine per questo mio post un pò nostalgico.




Il disco contiene 4 canzoni:
comme un garçon
le jour qui vient
le testament
l'enfant aux papillons


lo puoi trovare QUI

un saluto da
Marta
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martedì 23 novembre 2010

osservazione del reale ( anno 1967)










Da un mio quaderno di 3a Media: anno scolastico 1967-1968
Un breve tema scritto durante una lezione all'aperto.
Era una bella usanza quella di fare ogni tanto una lezione all'aperto.
Non era una gita, semplicemente si usciva da scuola con l'insegnante di italiano, si andava sulla passeggiata a mare e si faceva lezione stando all'aria aperta.

Leggerlo mi ha fatto un gran piacere e ho deciso di condividerlo nel mio blog, magari a qualcuno che come me andava a scuola negli anni '60 farà ricordare le sue lezioni all'aperto.


OSSERVAZIONE DEL REALE


Questa non è una mattina come tutte le altre infatti, invece di essere, come sempre, seduta su quelle antipatiche sedie di scuola, sono seduta sul muretto che divide la passeggiata dalla spiaggia. A dire il vero non si sta tanto comodi ma poco importa perchè per me da qualsiasi parte si sta meglio che a scuola.

Alzo gli occhi dal quaderno e guardo la spiaggia deserta e il mare che, spumeggiante sulla riva, diventa di un azzurro più intenso verso l'orizzonte mentre verso destra il sole lo fa brillare come uno specchio e il solo guardarlo mi fa venire male agli occhi.


La professoresa gira tra le panchine sorridendo e in questo momento è vicina a me ma io non mi volto per paura che lei si accorga che ho scritto solo poche righe.


Guardando la spiaggia,il mare, il cielo così limpido non posso fare a meno di pensare all'estate, vorrei poter correre sulla spiaggia, gridare, divertirmi, ma so che per far questo dovrò aspettare ancora molti mesi, per adesso devo accontentarmi di sognare.

un saluto da Marta





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