Ciao, mi chiamo Marta. Per hobby dipingo la ceramica e decoro oggetti con la tecnica del decoupage. Nel mio blog si parla quindi di ceramica e di decoupage ma anche di libri, cinema, musica e.....di molto altro
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giovedì 20 gennaio 2011

Il fabbricante di sogni


Non conoscevo nulla di Iqbal Masih prima di leggere questo libro, non so se altri ignorano chi sia stato ed è proprio per farlo conoscere che ho deciso di scrivere questa recensione.
Il titolo del libro è “Il fabbricante di sogni” e l’autore è Andrew Crofts, giornalista free lance che molto spesso presta la sua abilità di scrittore a persone che hanno una storia da raccontare ma non hanno la capacità per farlo da sole ed è per questo motivo che a volte il suo nome non appare neppure in copertina.

Nella pagina che precede l’inizio del libro sono scritte due frasi che voglio riportare perché le ritengo importanti per iniziare la lettura con lo spirito giusto
Gandhi 1949
“Nel momento in cui uno schiavo decide di non esserlo più, i ceppi si sciolgono. Egli libera se stesso e mostra agli altri il cammino. Libertà e schiavitù sono stati mentali”
Abramo Lincoln 1862
“Nel concedere la libertà allo schiavo garantiamo la libertà al libero”

La storia inizia poche ore prima della fine della vita di Iqbal, nel primo capitolo è infatti ospite nella casa natale, in visita alla mamma in occasione delle festività pasquali.
Accolto da una folla di conoscenti arrivati appositamente per vederlo perché è ormai diventato famoso, Iqbal vorrebbe tornare in città, a Lehore, per lui ogni posto è diventato insicuro da quando ha iniziato la sua lotta contro la schiavitù e contro i proprietari delle fabbriche di tappeti.
Si lascia però convincere da due amici d’infanzia ad andare a trovare il padre di uno di loro che desidera vederlo ma è impegnato con il lavoro nei campi.
E’ lungo quella strada che la scena di allegria dei tre ragazzi felici che ridono, in equilibrio su una sola bicicletta, viene interrotta da uno sparo.


Dal secondo capitolo si ritorna all’inizio della storia di Iqbal, prima che qual colpo di fucile cambiasse ogni cosa era uno schiavo, lo era diventato all’età di quattro anni, quando il padre lo aveva venduto, insieme al fratellino Patras di soli due anni più grande, ad un fabbricante di tappeti in cambio di pochi dollari che avrebbero permesso al fratello maggiore di comprare i regali necessari per sposarsi.

Il lavoro nella fabbrica consisteva nell’accucciarsi davanti ad un telaio e farvi passare i fili nel modo più veloce ed accurato consentito dalle sue piccole dita.
Veniva prelevato al mattino e rincasava la sera tardi, le prime volte con le mani coperte di tagli e vesciche che con il tempo sarebbero stati sostituiti dai calli e almeno non avrebbero più sanguinato.

Il suo primo padrone non è cattivo ma presto lo vende ad un altro fabbricante di tappeti. Iqbal non è che uno schiavo e per il suo padrone è normale venderlo.
L’ambiente della nuova fabbrica ed il nuovo padrone sono ben diversi da ciò a cui è abituato. Vige il divieto assoluto di alzare gli occhi dal lavoro ed ogni piccola distrazione viene punita a bastonate.

Timorosi delle conseguenze i bambini di rado si permettono di sbagliare. Se qualcuno si tagliava seriamente un dito con gli attrezzi affilati e doveva smettere di lavorare i sorveglianti cominciavano a sbraitargli di stare attento a non far gocciolare il sangue sull’ordito. Il bimbo doveva immergere le ferite nell’olio bollente per farle chiudere e tornare al lavoro non appena avessero finito di sanguinare. Il tempo perso per l’incidente lo avrebbero recuperato la sera stessa.
Spesso il padrone lo accompagnava a casa per informare la madre di quanto fosse stato negligente e di quanto avesse battuto la fiacca. Non era vero però la madre lo sgridava e schiaffeggiava ugualmente.
Al mattino alle quattro venivano ogni giorno a prelevarlo da casa e lui si sentiva fortunato perché altri bambini della fabbrica abitavano lontano e dovevano dormire vicino ai telai.
A volte capitava che qualcuno dei compagni rinunciasse a vivere, il giorno dopo al suo posto c’era un altro bambino.


Quando ha otto anni decide di scappare e ci riesce ma, volendo salvare anche i suoi compagni, si reca a chiedere aiuto ai poliziotti i quali, essendo corrotti, lo riconsegnano al padrone. E’ in quell’occasione che conosce la “stanza delle punizioni”. Viene picchiato selvaggiamente, gli vengono legate le mani e i piedi, viene appeso a testa in giù al ventilatore a soffitto rimanendo un giorno intero a girare insieme alle pale del ventilatore. Dopo avere ripreso il lavoro viene controllato a vista sia in fabbrica che a casa perché anche la madre teme che voglia fuggire durante la notte.
Iqbal sa che bisogna solo avere pazienza e prima o poi si ripresenterà un’occasione propizia ed infatti riesce nuovamente a fuggire. Stavolta rimane ben lontano dalla polizia e diventa un bambino di strada. E’ durante il periodo nel quale vive in strada che incontra la persona che cambierà la sua vita.
Ehsan Khan, fondatore del Bonded Labour Liberation Front un’organizzazione che ha lo scopo di liberare i bambini schiavi. Iqbal è colpito dai suoi discorsi e vuole partecipare attivamente a questa battaglia. Esistono anche in Pakistan le leggi che vietano la schiavitù ma non vengono applicate per non danneggiare il commercio dei tappeti. Gli occidentali amano i tappeti annodati a mano ma non vogliono pagarli al prezzo che dovrebbero avere se fossero tessuti da operaie anziché da bambini.

La lotta è difficile, i nemici sono tanti ma sono tante anche le persone che capiscono che è orribile la vita che stanno conducendo i bambini nelle fabbriche. Iniziano ad organizzare incursioni per liberare gli schiavi-bambini e la prima incursione la fanno nella fabbrica nella quale lavorava Iqbal.
Salvare i bambini diventa l’obiettivo primario di Iqbal al quale si aggiunge l’obiettivo di studiare. “Se sai leggere e scrivere e fare almeno i conti più semplici nessuno ti potrà imbrogliare e far firmare un contratto che ti rende di nuovo schiavo”, questo gli aveva detto Ehsan e Iqbal sapeva che così sarebbe stato.
A volte capitava che i bambini liberati venissero nuovamente presi dai padrini, che li facevano rapire.
“Perché il governo non manda la polizia e l’esercito a liberare i bambini-schiavi?” è la domanda che un giorno Iqbal pone a Ehsan e lui risponde che succede perché credono che così deve andare. Dicono che in Pakistan il lavoro minorile è una tradizione e l’economia non è strutturata per un cambiamento.


Iqbal continua a lottare perché sa che se una cosa è sbagliata bisogna cambiarla a tutti i costi, non riuscirebbe a vivere diversamente, facendo finta di non vedere come spesso succede a noi, con le nostre coscienze che si adeguano a situazioni intollerabili.
Il desiderio di Iqbal era quello di informare i consumatori europei e americani del fatto che comprando merce a poco prezzo prodotta nel Terzo Mondo gli schiavi dovevano produrla gratis ed in questo modo lo schiavismo non sarebbe mai finito.
A Iqbal viene assegnato il premio per i Diritti Umani, istituito da una grande azienda americana ( la Reebok) e va negli USA a ritirare il premio.
Diventa sempre più famoso e sempre più scomodo per i fabbricanti di tappeti ed è per questo motivo che viene ucciso.

Gli assassini non si accontentano di essersi liberati di Iqbal, vorrebbero usare la sua morte per screditare Ehsan e la sua organizzazione mettendo in circolazione la voce che è stato lui ad ucciderlo per impressionare l’opinione pubblica e fare propaganda all’organizzazione.




Fino a quando penseremo che certe situazioni non sono modificabili, che certe crudeltà dobbiamo accettarle perché fanno parte della tradizione di un popolo non potremo considerarci un popolo CIVILE.
E’ un libro da inserire nelle biblioteche scolastiche, da regalare ai ragazzi perché solo se i giovani conosceranno questa realtà potremo sperare in un cambiamento.
Navigando in internet ho trovato il sito di un’organizzazione per la liberazione degli schiavi costituita da un giovane che da ragazzo aveva ascoltato un discorso di Iqbal. Il sogno di giustizia del piccolo eroe pakistano è contagioso, Iqbal è morto ma continua a vivere in chi ha il coraggio di impegnarsi per realizzare le sue idee di giustizia e di libertà.






un saluto da Marta





Le ceramiche ed il collezionismo di Marta puoi trovarli QUI


lunedì 13 dicembre 2010

per i tuoi regali di Natale dell'ultimo minuto ci pensiamo noi.



Questa immagine mi è arrivata stamattina dall'UNICEF in una e-mail
e voglio condividerla nel mio blog



Ecco come l'UNICEF spiega questo progetto nel suo sito:


Cosa è Regali per la vita?
Regali per la vita è un progetto dell'UNICEF che consente di sostituire

Come funziona Regali per la vita?
Scegli il regalo che preferisci: puoi scegliere fra molti articoli che possono salvare la vita di un bambino, e riceverai una testimonianza sotto forma di un gadget, da consegnare a un amico o a un parente, in qualsiasi momento e per qualsiasi occasione.
Puoi acquistare un regalo attraverso il sito www.regaliperlavita.it o il Numero Verde 800 745 000 a tua disposizione gratuitamente e supportare in questo modo l'UNICEF nella sua missione di portare aiuti a tanti bambini nel mondo.

Come posso acquistare un Regalo per la vita?
Secondo la modalità che preferisci:
puoi donare direttamente attraverso la tua carta di credito accedendo al sito o dal Numero Verde 800 745 000.
Scegli la modalità che ti è più comoda.



Cosa include il costo di un articolo Regalo per la vita?
I costi includono oltre al costo dell'articolo selezionato, anche quelli relativi al trasporto e alla distribuzione degli articoli sul campo e laddove necessario quelli per la formazione sul loro corretto utilizzo.



auguri a tutti!!!!!!
da Marta




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sabato 20 novembre 2010

riflessioni di una bambina su Babbo Natale :))))



Mi è arrivata adesso via mail da un amico, è carinissima questa bimba che si pone le solite domande su Babbo Natale, ma la conclusione ......non è la solita:)))

martedì 5 ottobre 2010

"Starved for Attention" perchè il cibo non basta




Qualche giorno fa avevo scritto un post nel quale parlavo della fame nel mondo, oggi su Facebook ho letto nella bacheca di Medici Senza Frontiere di una mostra fotografica che si terrà dall'8 al 16 ottobre a Roma, alla Centrale Montemarti.

Queste sono le notizie al riguardo che ho trovato sul sito di MSF:

Malnutrizione, perché il cibo non basta

A Roma una mostra fotografica (8-16 ottobre) e un incontro in Senato (14 ottobre) per coinvolgere l'opinione pubblica sul tema della malnutrizione infantile, con l'obiettivo di riformare le politiche degli aiuti alimentari internazionali

In vista del 16 ottobre, Giornata Mondiale dell'Alimentazione, Medici Senza Frontiere, attraverso la mostra fotografica “Starved for attention: il cibo non basta” e un incontro al Senato, punta a coinvolgere l'opinione pubblica sul tema della malnutrizione infantile con l'obiettivo di riformare le politiche degli aiuti alimentari internazionali. L'esposizione - sotto l'Altro Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati - è realizzata in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione-Sovraintendenza ai Beni Culturali.

La mostra fotografica
La mostra fotografica multimediale “Starved for attention: il cibo non basta” realizzata da Medici Senza Frontiere e dall’Agenzia fotografica VII (Seven), presenta un nuovo approccio sulla malnutrizione infantile, una malattia che si può prevenire e curare, ma che ancora uccide milioni di bambini ogni anno. La mostra sarà aperta al pubblico dall'8 al 16 ottobre presso la Centrale Montemartini di Roma (dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19, chiusura il lunedì).

Centrale Montemartini
via Ostiense, 106
8-16 ottobre 2010
ore 9-19

La mostra fotografica fa parte di una campagna globale di MSF che sfida l'abituale approccio rispetto al trattamento della malnutrizione, attraverso un documentario suddiviso in sette parti: le convenzionali immagini sono sostituite da quelle dei genitori e degli operatori sanitari che si impegnano per rispondere ai bisogni nutrizionali dei bambini. La campagna "Starved for attention: il cibo non basta” (www.starvedforattention.org) mira a costruire consapevolezza nell’opinione pubblica che potrà tradursi nella revisione dei programmi di assistenza nutrizionale per i bambini e nella mobilitazione delle risorse necessarie per estendere su vasta scala corretti approcci di prevenzione e di terapia della malnutrizione.






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lunedì 13 settembre 2010

un piccolo regalo per la nascita di un bambino







E' una piastrella dipinta a mano sulla quale si può inserire il nome del bambino.




Se si vuole un regalo un pò più importante lo stesso soggetto si può dipengere su un piatto.

Può essere un'idea in occasione della nascita o del Battesimo, come regalo non impegnativo oppure per affiancarlo ad un regalo più importante.
Si può dipingere in azzurro oppure in rosa se è il regalo per una bambina.




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giovedì 12 agosto 2010

Bambini senza infanzia: i futuri atleti della CINA


Ero già a conoscenza dei sacrifici che vengono imposti in Cina ai bambini inseriti nelle scuole di ginnastica, ma oggi su un giornale on line ho visto una serie di immagini che mi hanno veramente impressionato e che si possono vedere QUI

Le foto ritraggono bambini di pochi anni mentre eseguono esercizi ginnici, tra tutte le foto ho notato qualcosa che accomuna tutti quei piccoli atleti: gli sguardi.

Sono sguardi che non hanno nulla della spensieratezza dell'infanzia, non sono gli sguardi biricchini che siamo abituati a vedere nei bambini che conosciamo, gli sguardi che ridono promettendo qualche marachella.

Gli sguardi dei bambini di queste immagini sono seri, le fronti sono corrucciate, si ha l'impressione che stiano recitando in un ruolo sbagliato: un ruolo da adulti.

Forse qualcuno tra loro salirà sul podio olimpico ma non esiste nessuna medaglia e nessuna vittoria per la quale possa valere la pena di rinunciare all'infanzia ma soprattutto non esiste nulla che possa giustificare le TORTURE alle quali sono sottoposti dagli allenatori per farli diventare flessibili e che sono riprese in questo VIDEO che non ho avuto il coraggio di vedere fino in fondo

Marta







venerdì 25 giugno 2010

riparliamo un pò della PIGOTTA: c'è ancora chi non la conosce



Ho già scritto sulle pigotte l'anno scorso, più o meno in questo periodo, ma voglio riproporre il mio vecchio post perchè probabilmente qualcuno ancora non le conosce e mi fa piacere che siano sempre di più le persone che amano la PIGOTTA.


Ho scoperto che ci sono delle amministrazioni comunali che le ordinano alle sedi UNICEF appositamente per regalarle alle neo-mamme, mi sembra veramente una bellissima iniziativa. Per realizzarla gli amministratori comunali possono trovare le informazioni necessarie sul sito, alla pagina "Una Pigotta in Comune"


C'è anche una pagina su FACEBOOK di ADOTTA UNA PIGOTTA a me piace, se ti piace e sei su Facebook unisciti al gruppo!


Nelle foto che ho inserito ci sono alcune delle "pigotte" che ho acquistato con il ricavato delle mie vendite di ceramiche e oggetti da collezione


















LA PIGOTTA FA' FELICE CHI LA RICEVE ........MA NON SOLO!!!!








COME HO CONOSCIUTO LA PIGOTTA
Ho acquistato la prima "Pigotta" circa dieci anni fa. Volevo regalarla ad una ragazza che conosco per il primo Natale della sua bimba. Ricordo di essere andata nel locale che l'UNICEF aveva affittato nella mia città . Le Pigotte erano tantissime e avevo scelto la mia con molta cura: vestita con un abitino pesante e con un bel berretto di lana in testa perchè doveva andare in un paesino molto freddo.

Quando, dopo alcuni anni, ho iniziato per hobby a dipingere la ceramica mi è tornata in mente la Pigotta ed ho pensato che sarebbe stato bello regalarne una in omaggio a chi acquistava uno dei miei lavoretti.

E' stato in quell'occasione che ho scoperto la possibilità di acquistare le Pigotte anche sul sito dell'UNICEF, ho perso la possibilità di scelta però c'è di bello la sorpresa di aprire il pacco con dentro tante bamboline tutte diverse e tutte a loro modo bellissime.
Da allora ne ho acquistate parecchie, non solo per omaggiare i miei acquirenti ma anche per fare dei bei regalini.L'anno scorso me ne è capitata nel pacco una che era diversa dalle altre, molto morbida, con un vestito semplice ma bellissimo ed un bel cappellino in testa. Ho deciso di portarla nella casa in montagna e l'ho sistemata sul mio comodino.Avendola "adottata" ho spedito la cartolina che, insieme alla "carta d'identità" accompagna ogni pigotta.Nella cartolina ho scritto anche il mio indirizzo e-mail e dopo qualche tempo mi è arrivata la mail della ragazza che l'aveva fatta, è stata una bellissima sorpresa.



COME IDENTIFICARE LE PIGOTTE AUTENTICHE




Ogni Pigotta è dotata di una "carta d'identità" e di una cartolina di ritorno. La prima reca il nome, la nazionalità, la data di "nascita", i "connotati" della Pigotta e il nome e l'indirizzo di chi l'ha realizzata, la seconda sarà inviata, a cura del nuovo "papà" o "mamma", all'indirizzo dell'autore, per comunicarne l'avvenuta "adozione". Sono "Pigotte" solo le bamboline accompagnate dai due "documenti" sopra descritti e da una speciale targhetta, che ne convalida l'autenticità, messi a disposizione dall'UNICEF, allo scopo di porre il "donatore" al riparo dall'adozione (acquisto) di bamboline simili, fatte passare per "Pigotte".



COME VIENE UTILIZZATO IL RICAVATO DELLA VENDITA


Il ricavato serve per la vaccinazione di milioni di bambini, un ciclo completo di vaccinazioni contro sei malattie mortali.

COME ADERIRE AL PROGETTO PIGOTTA

Si trovano le informazioni sul sito dell'UNICEF oppure contattando telefonicamente il comitato della propria città o della propria provincia


VANTAGGI


la pigotta fa felice chi la crea e chi la riceve, ma soprattutto salva la vita di un bambino!

Se vuoi vedere le mie ceramiche clicca sull'immagine sotto

a presto


Marta




giovedì 6 maggio 2010

Festa della mamma: un regalo d'amore












9 maggio festa della mamma

Mancano 3 giorni alla festa della mamma. Fai ancora in tempo a inviarle una ecard molto speciale!

Se acquisti del latte terapeutico per combattere la malnutrizione, aiuti una mamma a nutrire il suo bambino.

Con questa ecard, farai un dono speciale alla tua mamma e un dono preziosissimo per una mamma più sfortunata in un'altra parte del mondo!




Ho ricevuto questa comunicazione via mail dall'UNICEF.



Alle mamme farà certo piacere ricevere questa ecard, insieme alle solite rose rosse


Marta




mercoledì 9 luglio 2008

giù le mani dai bambini!


Un piccolo suggerimento: evitiamo di pubblicare su Internet foto di bambini, i pedofili purtroppo esistono davvero e possono essere ovunque.