Ciao, mi chiamo Marta. Per hobby dipingo la ceramica e decoro oggetti con la tecnica del decoupage. Nel mio blog si parla quindi di ceramica e di decoupage ma anche di libri, cinema, musica e.....di molto altro

giovedì 25 giugno 2009

Iran: ricatto di regime per un funerale



Stamattina sul quotidiano Il Sole24ore ho letto un articolo che mi ha colpito più di un pugno nello stomaco. Parlava di un ragazzo che si sarebbe sposato tra una settimana ed è stato ucciso per errore in Iran.
Ho trovato un blog che ne parla e riporto l'articolo segnalandone la provenienza.

Una “tassa pallottola“, ecco cosa hanno pensato le autorità iraniane.
E’ stata chiesta ai genitori di Kaveh Alipour, un diciannovenne ucciso nelle proteste di Teheran. Si tratta di una vera e propria tassa che ammonterebbe a tremila dollari, per i quali le autorità consegnerebbero il cadavere del figlio. Nello specifico il denaro serve per ripagare i proiettili usati per uccidere il ragazzo.
Una logica terribile quella adottata in Iran.
Kaveh stava tornando a casa dopo il corso di recitazione, probabilmente quindi non era neanche sua intenzione prendere parte alla sommossa, quando è finito in mezzo alla rivolta dei manifestanti ed é stato colpito dalle forze della sicurezza.
A poco sembrava servissero le richieste del padre all’obitorio perchè gli rilasciassero il figlio. Ma alla fine i miliziani hanno consegnato il cadavere del ragazzo visto che il padre, affermando di non possedere quella somma, implorava clemenza.
Unica imposizione: il funerale non sia celebrato a Teheran. Kaveh (che tra una settimana si sarebbe sposato) é stato seppellito di nascosto a Rasht, il luogo di origine della famiglia.
Ecco spiegato il vero motivo dell’imposta: il timore delle autorità che il ragazzo fosse seppellito nella capitale e che la rivolta potesse degenerare ancor di più con una vittima innocente.
Laura Ricciardi (fisco e tributi)

Le ceramiche di marta

giovedì 18 giugno 2009

Come si chiude il conto BancoPosta Click

Premetto che avevo aperto il Banco Posta Click senza avere un'effettiva necessità del conto corrente personale.
Avevo deciso di aprirlo perchè mi sono lasciata attirare dal "tutto gratis" e pensavo di utilizzarlo per le piccole vendite di oggetti in ceramica che faccio tramite le aste on-line.
Aprirlo non è stato difficoltoso, anche se ho dovuto perdere un pò di tempo allo sportello per i vari incartamenti.
Dopo l'attivazione che è avvenuta a dicembre dell'anno scorso a gennaio sono andata allo sportello ed ho versato 50 euro. All'inizio di giugno di quest'anno non avevo fatto ancora nessuna operazione ed ho deciso di chiuderlo.
Mi sono recata allo sportello presso il quale l'avevo aperto e l'impiegato mi ha liquidato (quasi gentilmente) dicendo che l'avrei dovuto chiudere on-line.
Sono tornata a casa ed ho cercato sul sito delle Poste ma non ho trovato traccia di istruzioni sulla chiusura, sembrava quasi che il conto si potesse solo aprire. Ho telefonato al numero verde e finalmente mi hanno detto che l'impiegato mi aveva dato un'informazione sbagliata, il conto BancoPosta Click si chiude compilando gli stessi moduli del conto BancoPosta normale.
Sono tornata all'ufficio postale e finalmente sono riuscita a chiuderlo, compilando un bel pò di moduli.
L'importante è non prelevare tutto prima di chiuderlo, altrimenti non è possibile farlo dal momento che devono trattenere l'imposta di bollo fino al mese di chiusura: € 34,20 annuali.
Dopo circa un mese mi è arrivato l'assegno con il saldo, che ammontava a € 30,05.In pratica da dicembre 2008 a giugno 2009 ho speso 20 euro senza avere fatto nessuna operazione!

LA MIA OPINIONE
Il Conto BancoPosta Click viene pubblicizzato in modo non corretto, infatti sembra che sia completamente gratuito.
L'importo dei bolli (€ 34,20 annuali addebitati trimestralmente), anche se sono un'imposta dovuta per legge, a mio parere andrebbe segnalato perchè non tutti ne sono a conoscenza.
Dovrebbe essere segnalata nel sito anche la procedura per chiudere il conto, si eviterebbero discussioni inutili e stressanti allo sportello.




VISITA "LE CERAMICHE DI MARTA"

sabato 13 giugno 2009

Piastrelle, pannelli e gatti in ceramica








Ho già inserito alcune foto dei miei lavori in qualche post precedente e oggi ho pensato di presentare l'ultima infornata, nella quale c'è anche qualche novità, come ad esempio la donna con bicicletta in stile art deco e il simpaticissimo gatto con gomitolo, oltre a varie piastrelle in stile "Caltagirone". Ho fatto anche una prova maiolicando solo parzialmente una piastrella in terra rossa (viso femminile) e nei prossimi lavori cercherò di continuare questa sperimentazione.








venerdì 12 giugno 2009

Regali per la vita Unicef, regali importanti anche con pochi euro








Come ho conosciuto i "Regali per la vita"


Ho scoperto i "Regali per la vita" attraverso una mail che mi era giunta dall'UNICEF nella quale mi veniva proposto di sostituire i soliti regali che si fanno in occasione delle varie ricorrenze con un'offerta destinata ai bambini.


Non ero però convinta sulla reale possibilità di sostituire i regali perchè se devo fare un presente ad un amico che fa il compleanno non me la sento di dire "Non ti ho fatto il regalo perchè ho inviato 50 euro all'Unicef".


Però l'idea in sè mi piaceva e mi attirava soprattutto il fatto di sapere che se si inviano 4 euro un bambino riceve un pallone da calcio oppure una zanzariera insetticida a lunga durata , se si inviano 13 euro avranno la possibilità di effettuare il test HIV dieci mamme e così via fino ad acquisti importanti come la scuola in scatola (euro 148), la pompa per pozzo (euro 318) fino al regalo più costoso che è un motociclo per operatore sanitario rurale (euro 1548).




Come utilizzo i "Regali per la vita"


Come ho già detto in altri post coltivo l'hobby della ceramica e già da tempo invio in omaggio una Pigotta Unicef a chi acquista nel mio negozio on-line.Ultimamente sto coltivando anche la passione per il collezionismo cartaceo e, trattandosi sempre di hobby, il ricavato lo invio in beneficienza ad organizzazioni di volontariato (Unicef e Medici Senza Frontiere). Dal momento che gli oggetti di collezionismo solitamente si inviano con posta raccomandata utilizzando delle buste e non dei pacchi (come per le ceramiche) ho deciso di inviare ai miei acquirenti di oggetti di collezionismo una calamita dei "Regali per la vita".


E' un oggettino di pochissimo ingombro che raffigura il tipo di regalo che si è acquistato ed è completo di bustina con il logo UNICEF, ai miei acquirenti rimane come ricordo della transazione ed è anche un modo per pubblicizzare l'UNICEF.
Marta






VISITA "LE CERAMICHE DI MARTA"

mercoledì 10 giugno 2009

Velocino: una curiosissima bicicletta





Mi è venuta da qualche tempo la passione per il collezionismo cartaceo, mi piace andare a curiosare nei mercatini e mi incuriosisce soprattutto ciò che è riferito ai primi cinquant'anni del secolo scorso.
Attraverso vecchie riviste e vari documenti d'epoca capita a volte di fare scoperte curiose.
La mia ultima scoperta è stato il VELOCINO, non avrei mai saputo del suo breve passaggio nel mondo delle due ruote se non fossi entrata in possesso della sua brochure originale.
La pubblicazione inizia con questa frase:
"Fabbricanti, meccanici, commercianti!
Credete seriamente che l'evoluzione tecnica del ciclismo abbia avuto il suo epilogo definitivo quasi mezzo secolo fa, con l'apparizione della prima bicicletta?"
Era una specie di buffa bicicletta con la ruota anterire molto piccola e il manubrio posteriore.
Nella pubblicità si propone ai commercianti di acquistarne un certo numero per il noleggio in modo da farlo conoscere.
Il Velocino viene descritto come un mezzo di eccezionale duttilità, adatto sia per le donne che per gli uomini, molto più leggero e comodo della bicicletta. Pieghevole in modo da poter essere trasportato facilmente in treno ed anche in aereo.
La realtà è stata invece molto diversa, facendo una breve ricerca ho scoperto che non ebbe una grande fortuna. Trascrivo alcuni post che trattano del Velocino.
Il veicolo chiamato Velocino nacque a Bologna attorno agli anni Trenta. A detta dell'inventore, un certo Pettazzoni, avrebbe risolto "tutti i problemi pratici di spazio e circolazione". Nelle pubblicità dell'epoca, veniva presentato come veicolo urbano destinato a un pubblico "elegante", permettendo al ciclista di non dover scavalcarlo per salirvi. Nonostante lo stesso Mussolini ne avesse guidato personalmente un esemplare, il Velocino non incontrò però molta fortuna, e il Pettazzoni, pressato dalle richieste dei creditori, si suicidò nei pressi del cimitero della Certosa.
Apparve prima della guerra: si chiamava velocino, una via di mezzo tra una sedia a rotelle e un arnese da equilibristi. Per lanciarlo dissero che si risparmiava gomma, che serviva per le ruote delle autoblindo. La sensazione più sgradevole era non sentirsi protetti da un davanti qualsiasi. E poi bisognava reimparare le leggi dell'equilibrio. Era pericoloso, si diceva: "dal velocino al pronto soccorso".
Non ha avuto fortuna, probabilmente perchè in quegli anni non era facile vendere neppure le biciclette normali.
Se qualcuno fosse interessato ho messo in vendita la broscure su PrezziShock.it, questo è il link dell'inserzione
http://www.prezzishock.it/auction_details.php?auction_id=965091