Ciao, mi chiamo Marta. Per hobby dipingo la ceramica e decoro oggetti con la tecnica del decoupage. Nel mio blog si parla quindi di ceramica e di decoupage ma anche di libri, cinema, musica e.....di molto altro
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mercoledì 12 gennaio 2011

dagli USA con amore....cartoline per san Valentino

Naviganto nel sito di vendite on line PrezziShock.it ho trovato queste bellissime cartoline in vendita nello shop di un collezionista























sono vecchie cartoline dei primi anni del '900

un saluto da Marta




Le ceramiche ed il collezionismo di Marta puoi trovarli QUI


mercoledì 26 agosto 2009

Addio a Ted Kennedy


Ho appreso ora la notizia della morte del senatore Ted Kennedy.

Voglio scrivere qualche riga per ricordarlo, anche se la sua figura politica mi ha sempre interessato solo perché mi ricordava quella dei suoi fratelli John e Bob.

Ha avuto una carriera politica molto lunga e una vita familiare non certamente facile, fatta di tante trasgressioni e di tanti dolori.

Forse è stato un grande politico o forse è stato solo l’ultimo politico della dinastia Kennedy, non conosco a fondo la sua storia però mi ero commossa quando avevo saputo che, nonostante la sua gravissima malattia, avrebbe dato il suo appoggio all’elezione del candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti Barack Obama.

La politica e gli ideali, come anche la vita, hanno bisogno sempre di nuova linfa per rigenerarsi e in quel momento Edward Kennedy rappresentava l’unione tra la vecchia America che mi aveva sempre affascinato anche se non era “perfetta” e la nuova America, molto migliore, che spero di riuscire a vedere
.

giovedì 20 novembre 2008

Inaugurato il ponte per Bob Kennedy

Ho sentito la notizia stamattina alla televisione e mi ha fatto un'enorme piacere che si dia un segno tangibile di riconoscenza verso un grande uomo.

Ai tempi dell'attentato il senatore Kennedy era candidato democratico alle elezioni presidenziali.

Nel giugno del 1968 ero una ragazzina di tredici anni e frequentavo la terza media. Ero rimasta molto colpita da quel delitto e ne avevo parlato nel mio diario.

Bob kennedy era molto amato dalla gente comune, che aveva fiducia in lui e riponeva tante speranze nella sua elezione a presidente degli Stati Uniti.

Ho deciso di pubblicare le pagine del mio diario perchè anch'io ero tra la gente comune che lo amava.













Inaugurato il ponte per Bob Kennedy (da LASTAMPA.it del 20/11/08)

Alla cerimonia presenti l'ex presidente Bill Clinton, il governatore David Paterson, il sindaco Michael Bloomberg e la vedova del senatore, Ethel
New York celebra Bob Kennedy. A quarant’anni dalla sua morte, la Grande Mela dedica al compianto senatore uno dei suoi ponti più famosi, il Triborough Bridge, che d’ora in poi porterà il nome del fratello minore dell'ex presidente John. Alla cerimonia d’inaugurazione hanno partecipato l'ex presidente Bill Clinton, il governatore David Paterson, il sindaco Michael Bloomberg e la vedova del senatore, Ethel. “Bob Kennedy era sempre pronto ad alzarsi per difendere la verità - ha detto Paterson – Bob fu tra i primi a dire che si poteva eleggere un presidente afroamericano, e così è successo quarant'anni dopo la sua morte". Entusiasta la figlia Kerry: “Questo non è solo un ponte di questa città, questo è un ponte tra il 1968 e il 2008”. Bob Kennedy in qualità di senatore dello Stato di New York si prodigò per abbattere le disuguaglianze tra i cittadini americani di tutte le razze e non è un caso se il ponte a lui dedicato unisce tre zone profondamente diversi della città: Harlem, il Queens e il Bronx. "New York non sarebbe la stessa senza questo ponte - ha detto Bloomberg - così come gli Stati Uniti non sarebbero gli stessi senza la figura di Robert Kennedy".

LE CERAMICHE DI MARTA su PrezziShock.it

giovedì 6 novembre 2008

«I have a dream» Il sogno del reverendo King si è avverato dopo 45 anni




«I have a dream», diceva Martin Luther King in un suo discorso del 1963 che è passato alla storia. *
Con l'elezione di Barack Obama il suo sogno si è finalmente avverato.
Il reverendo King aveva curato il suo sogno, l'aveva fatto vivere di una vita propria. Non erano serviti a fermarlo nè gli idranti della polizia, nè la prigione, nè le minacce di morte e neppure l'attentato del 1968 che aveva posto fine alla sua vita ma non al suo sogno, che ha continuato a vivere a a rafforzarsi attraverso Coretta King e tutto il movimento non violento per i diritti civili.
Stamattina ho letto la traduzione in italiano del discorso di Obama dopo la sua elezione a Presidente.
Ad un certo punto parla di una elettrice di Atlanta di 106 anni e dice
Era lì quando c’erano gli autobus di Montgomery, gli idranti a Birmingham, un ponte a Selma e un predicatore di Atlanta che diceva alla popolazione : "Noi supereremo tutto ciò".
Quel predicatore era il reverendo King e sono veramente felice che, anche se sono dovuti passare 45 anni, il suo sogno si sia realizzato.
Segnalo il link alla traduzione del discorso di Obama http://download.repubblica.it/pdf/2008/elezioni_usa/discorso_obama.pdf
* "Per cui vi dico, amici miei, che anche se affronteremo le difficoltà di oggi e di domani, ancora io ho un sogno. È un sogno profondamente radicato nel sogno Americano, che un giorno questa nazione si solleverà e vivrà nel vero significato del suo credo... noialtri rendiamo questa verità evidente... che tutti gli uomini sono creati uguali.Io sogno che nella terra rossa di Georgia, i figli di quelli che erano schiavi ed i figli di quelli che erano padroni degli schiavi si potranno sedere assieme alla tavola della fraternità.Io sogno che un giorno anche lo stato di Mississippi, uno stato ardente per il calore della giustizia, ardente per il calore dell'oppressione, sarà trasformato in un'oasi di libertà e giustizia.Io sogno che i miei quattro figli piccoli un giorno vivranno in una nazione dove non saranno giudicati per il colore della pelle, ma per il contenuto della loro personalità."
Martin Luther King, dal discorso del 28 agosto 1963 a Washington
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mercoledì 5 novembre 2008

L'America ha scelto il suo 44° Presidente

5 novembre 2008
Barack Obama è il 44° Presidente U.S.A. Queste elezioni segnano veramente una svolta storica. Gli americani hanno votato per voltare pagina, vogliono cambiare in modo radicale e per me questa è la scelta giusta. Obama mi ricorda un pò Robert Kennedy, il candidato democratico ucciso nel 1968. Senza quell'attentato probabilmente la storia americana avrebbe avuto un corso diverso. A 40 anni di distanza si è presentata finalmente una nuova occasione, un uomo nuovo per cambiare l'America. Che Dio lo protegga.

martedì 4 novembre 2008

Cominciato l'election day



Gli Usa alle urne per il dopo-Bush


11:17 Cominciato l'election day, aperti i seggi nel Vermont
Negli Usa è cominciato l'election day. Alle 5 del mattina, le 11 in Italia, i seggi si sono aperti nello Stato nord-orientale del Vermont.

domenica 2 novembre 2008

OBAMA "Votatemi, cambierò l'America"


ESTERI - ELEZIONI USA 2008
Gli Usa al voto tra tre giorni. Il democratico alle prese con la rivelazione di una zia che vive illegalmente a Boston
Obama, appello alla radio"Votatemi, cambierò l'America"
McCain: "Crisi economica non faccia dimenticare la politica estera"
Obama, appello alla radio"Votatemi, cambierò l'America"" src="http://www.repubblica.it/2008/10/speciale/altri/2008elezioniusa/obama-appello/ansa_14280280_57370.jpg" width=230> NEW YORK - "Votatemi, e cambierò l'America". E' l'appello via radio del candidato democratico a tre giorni dal voto negli Usa. Un sabato che sarà ricordatio anche per l'ultima "tegola" caduta sulal campagna del senatore dell'Illinois, che ha il nome di un sua zia che vive - clandestina - alla periferia di Boston. Si chiama Zeituni Onyango, ha 56 anni ed è la sorellastra del padre. L'hanno scoperta i media Usa, e il commento di Barack è stato secco: "Non sapeva che viveva qui illegalmente. Ovviamente bisogna seguire le leggi" Difficile dire se l'"incidente" peserà e quanto in questi ultimi giorni di campagna, nei quali il democratico ha deciso di continuare a spingere forte sull'acceleratore. "Se mi darete il vostro voto martedì, non vinceremo solo le elezioni, ma cambieremo il paese ed il mondo", ha detto alla radio, aggiungendo che "in un momento come questo, in cui la posta in gioco è così alta, non possiamo permetterci altri quattro anni di vecchia, stanca, fallimentare ideologica che ci ha portato a questo disastro". Anche John McCain ha rivolto, nell'ultimo sabato prima del voto, un appello radiofonico agli elettori ricordando come la crisi economica non debba far distogliere l'attenzione dalle minacce internazionali. Ed ha accusato l'avversario, da lui sempre attaccato per la sua mancanza di esperienza in politica estera e di sicurezza, di "sperare che nel mezzo di questa crisi interna vi dimentichiate di quanto sia in gioco in Iraq, del disastro e della tragedia che sarebbero provocata da una ritirata delle forze americane".
(1 novembre 2008)
da repubblica.it

venerdì 29 agosto 2008

Obama: "La mia promessa per cambiare l'America"

Obama:
"La mia promessa per cambiare l'America"

Mi ha molto emozionato ascoltare Obama alla Convention Democratica, voglio riportare i punti salienti del suo discorso finale, come riportati da Repubblica.it
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Questi i passaggi principali del discorso di Barack Obama con cui il senatore democratico dell'Illinois ha accettato la nomination per la corsa alla Casa Bianca, concludendo la Convention di Denver.
Cambiare l'America. Otto anni sono abbastanza: ora è arrivato il momento di cambiare l'America e per questo mi candido alla presidenza degli Stati Uniti. Accetto con profonda gratitudine e grande umiltà la nomination. Questa sera dico agli americani, ai democratici, ai repubblicani, agli indipendenti di tutto questo grande paese, ne abbiamo avuto abbastanza: questo è il momento, la nostra possibilità per mantenere viva nel 21esimo secolo la promessa americana. Siamo un paese migliore di quello degli ultimi otto anni. Siamo un paese migliore di questo.
La promessa americana. E' quella che afferma che ognuno di noi ha la libertà di fare della propria vita ciò che desidera, ma che ha anche l'obbligo di trattare gli altri con dignità e rispetto. E' la promessa che afferma che il mercato dovrebbe ricompensare la determinazione e l'innovazione per generare ricchezza, creare lavori per gli americani, preoccuparsi per i lavoratori americani e giocare secondo le regole.
McCain. McCain è tutto tranne che indipendente. Dice che la nostra economia ha fatto grossi progressi con George Bush. Dice che i fondamentali dell'economia sono solidi. E quando uno dei suoi consiglieri ha parlato delle preoccupazioni degli americani l'ha fatto chiamandoli una nazione di frignoni e ha detto che il vero problema è la recessione mentale di chi la abita e non la crisi che gli Stati Uniti stanno attraversando.
Una nazione di frignoni? Andatelo a dire ai lavoratori dello stabilimento del Michigan che, pur avendo scoperto che la fabbrica avrebbe chiuso, hanno continuato ad andare al lavoro perché sapevano di essere le persone su cui la gente contava. Andatelo a dire alle famiglie dei nostri soldati, che si sono fatti tre turni in Iraq. Non sono frignoni, sono l'America che conosco. Non credo che il senatore McCain non si preoccupi di cosa succede nelle vite degli americani. Solo, non lo sa.
Candidato atipico. Mi rendo conto che non sono il candidato più naturale: non ho il pedigree tipico, non ho passato la carriera nei saloni di Washington. Ma sono qui davanti a voi perché in tutta l'America qualcosa si sta muovendo. E' lo spirito americano, la promessa americana, che ci spinge avanti nonostante le nostre differenze.
Comandante in capo. Come comandante in capo, non esiterò mai a difendere questa nazione, ma invierò truppe con una missione chiara e un impegno sacro per dare loro l'equipaggiamento di cui hanno bisogno in battaglia e l'attenzione e i benefici che meritano al ritorno in patria. Metterò fine in modo responsabile questa guerra in Iraq, e terminerò la battaglia contro i Taliban in Afghanistan. Ricostruirò le nostre forze militari perché siano in grado di affrontare le sfide del futuro, ma rinnoverò anche la dura, diretta diplomazia che può prevenire che l'Iran ottenga armi nucleari. Quando McCain diceva che dovevamo solo tirare avanti in Afghanistan, io mi battevo per maggiori forze e risorse per completare la lotta contro i terroristi che veramente ci hanno attaccato l'11 settembre, ed oggi John McCain rimane solo nel suo testardo rifiuto di mettere fine ad una guerra sbagliata.
Osama Bin Laden. John McCain ama dire che darebbe la caccia a Bin Laden fino alle porte dell'inferno, ma non è pronto ad inseguirlo nelle caverne dove si nasconde.
Le sfide del futuro. Abbiamo bisogno di un presidente che sappia fronteggiare le minacce del futuro non rimuginare le idee del passato. Non si sconfigge il terrorismo che opera in 80 paesi occupando l'Iraq. Non si protegge Israele e contiene Teheran solo usando toni duri a Washington. Non si può veramente stare al fianco della Georgia se abbiamo creato tensioni con i nostri più vecchi alleati. Petrolio. Per il bene della nostra economia, della nostra sicurezza e del futuro della nostro pianeta come presidente indicherò un chiaro obiettivo: in dieci anni finalmente porremo un termine alla nostra dipendenza dal petrolio del Medioriente. A Washington sono 30 anni che se ne parla e McCain è là da 26.
Econonia, scuola, sanità. Se diventerò presidente, a differenza di John McCain, non ridurrò le tasse alle aziende che spediscono il lavoro all'estero, ma a quelle che creano buoni lavori qui in America. Ridurrò le tasse per il 95 per cento di tutte le famiglie che lavorano, perché in un'economia come questa l'ultima cosa da fare è alzare le tasse per la classe media. Sfrutterò le nostre risorse di gas naturale, investirò in tecnologie pulite, troverò in modo per mettere sotto controllo in modo sicuro il nucleare. Investirò 150 miliardi nei prossimi dieci anni per forme di energia rinnovabile accessibili. E' giunto il momento di assolvere l'obbligo morale di fornire ad ogni bambino un'istruzione di livello mondiale, perché non ne potrà fare a meno per competere in una economia globale. E' giunto il momento di mantenere la promessa di una sanità accessibile per ogni singolo americano. Per chi ha una copertura sanitaria, diminuirò il premio. Per chi non ce l'ha farò in modo che abbia la stessa assistenza che ricevono i membri del Congresso. E farò sì che le compagnie assicuratrici smettano di discriminare nei confronti di chi è malato e ha più bisogno di cure.
(29 agosto 2008)
da Repubblica.it