Stamattina mentre ero al bar per il caffè ho dato un'occhiata al Secolo XIX e ho letto un articolo che mi ha impressionato relativo ad un processo per spaccio.
Adesso l'ho trovato anche sul quotidiano on-line e lo riporto qui di seguito.
Arrestato per hashish, assolto in nome del popolo di Facebook
20 maggio 2009 Matteo Indice
Tremilaseicento “amici” la pensavano come lui, e cioè che un po’ di spinelli in compagnia e tre grammi di hashish fossero un peccato veniale. Perciò gliel’hanno fatto sapere su Facebook mentre era ai “domiciliari”, accompagnando i messaggi con invettive al giudice che l’aveva mandato agli arresti. A quel punto il magistrato, bersaglio telematico di un’improvvisata giuria popolare, si è dovuto astenere dal processo lasciando che lo celebrasse un collega. Risultato: l’imputato è stato assolto e il primo giudice è finito pure sotto tutela della Digos. Succede a Genova e il protagonista è un uomo di 36 anni che nel settembre 2008 viene controllato in un parco pubblico. Ha un po’ di “fumo” che - si giustifica - «serve per fare qualche canna da passare agli amici». Per l’Arma è spaccio e D. T. trascorre una notte in guardina, quindi finisce in aula per la direttissima che tanto direttissima non è. Lo liberano, con l’obbligo di firma in caserma, mentre la sentenza è rimandata. Per tre mesi riga dritto, poi smette: colpo della strega, movimenti limitati. D.T. sfodera certificati medici e insiste: «I carabinieri mi dissero che non ci sarebbero stati problemi». Nessuna comunicazione al tribunale però. E lo stesso giudice che l’aveva messo fuori, gli affibbia i domiciliari. A questo punto D. T. si scatena. Obbligato a stare 24 ore al giorno in casa s’incolla al computer, trasforma il suo spazio-internet in un’arena dove fanno tutti il tifo per lui e l’effetto Facebook è così forte che la polizia si preoccupa, finché il magistrato non si chiama fuori. Avrebbe davvero condannato D. T. ? Impossibile saperlo, ma la sentenza virtuale ha comunque modificato il corso del processo.
Dovremmo iniziare a preoccuparci, i gruppi che nascono su Facebook sono veramente incontrollabili, le persone sembrano godere nel perdere la propria identità personale per unirsi a gruppi del tipo " Salvatore Riina" (tutt'ora presente con 1281 membri), oppure "uccidiamo Berlusconi" "uccidiamo Vladimir Luxuria" "stupro di gruppo" che per fortuna sono stati cancellati. Anche i gruppi demenziali del tipo "uccidiamo Virgola" (8892 membri) mi fanno accapponare la pelle Io mi sono registrata ma i gruppi non mi piacciono affatto, al massimo accetto di entrare nei fans club di qualche organizzazione o personaggio pubblico che apprezzo particolarmente (Herbert Pagani, De Andrè, Jannacci, Ugo Tognazzi, AVIS, UNICEF, MSF, Barack Obama) Dove si andrà a finire di questo passo?
Marta
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