Morire al ristorante o a un concerto
per mano di ragazzi che qualcuno ha convinto che noi siamo gli
infedeli e che meritiamo di essere uccisi. Ragazzi che forse sono
arrivati da noi su un barcone, che forse sono stati soccorsi e
accuditi, che forse cerchiamo di integrare facendoli sentire parte
delle nostre cittadine. Sentendo le notizie e vedendo le immagini in
televisione ho pianto per le vittime e per la stupidità di chi
permette ad altri di armargli la mano facendogli gridare “Allah
Akbar”
Sentire il coro dei tifosi che uscivano dallo stadio cantando "La Marsigliese" mi ha provocato delle diverse sensazioni, era la stessa immagine ma la recipivo in modo diverso. Ho visto l'esercito del popolo che vuole ribellarsi, ho visto un popolo pronto a sacrificarsi ma che non si arrenderà, ma ho visto anche un popolo che canta per darsi il coraggio di affrontare un esercito che è tra noi, nemici che non possiamo riconoscere perchè ormai sono francesi, italiani, inglesi, sono i nosti vicini di casa, sono ormai il nostro cavallo di Troia e sconfiggerli non sarà facile